Confermati i livelli degli anni scorsi. Per i menù ecco come funziona
Con l’inizio dell’anno scolastico si è entrati nel pieno dell’utilizzo dei servizi per gli alunni, sia di mensa che di trasporti. Nei mesi scorsi si è parlato a lungo delle scosse, lievi e meno lievi, subite dalle famiglie atripaldesi a seguito di rimodulazione dei pagamenti, aumenti e riduzioni ed è ora lecito cercare di tracciare un quadro generale quanto più preciso possibile per comprendere positività e negatività reali della questione, se ce ne sono.
Partendo dal servizio di mensa delle scuole materne, al principio del servizio di questo anno (4 ottobre) ammontava a circa 230 il numero complessivo dei pasti consegnati ai tre plessi atripaldesi (contrada Spagnola, via S. Giacomo e via Cesinali) con le relative flessioni dovute alle contingenze giornaliere. Questo numero, rapportato alla totalità dei bambini (317) decreta il 70 % di utenza alla mensa e conferma sostanzialmente l’affluenza dello scorso anno (come già accennato in altri articoli). Dando i numeri e cercando di essere più precisi possibile si può parlare di circa 80 pasti in via San Giacomo (su 122 alunni), circa 75 a contrada Spagnola (su 85 alunni) e circa 75 in via Cesinali (su 110 alunni). A tornare a casa a mezzogiorno sono, a quanto pare, soprattutto i bambini più piccoli che necessitano di attenzioni maggiori e coloro che non hanno potuto sostenere l’aumento. In conclusione, infatti, bisogna comunque considerare l’incidenza che deve aver avuto l’esclusione dagli incentivi dei non residenti che, magari, lo scorso anno rientravano tra le fasce esenti o tra le fasce agevolate e che ora pagano la tariffa massima pur risiedendo in zone di confine tra Atripalda e paesi limitrofi.
Chiarita la situazione numerica e aspettando il dettagliato resoconto che l’Ufficio Istruzione ha garantito di far pervenire al più presto (dopo aver elaborato una analisi completa delle richieste inoltrate e delle relative attribuzioni di fascia), è opportuno analizzare la questione qualità e le richieste di variazione di menù avanzate da molti genitori.
L’iter per stabilire i menù passa attraverso vari canali e lo stesso vale per l’apportare modifiche: l’Asl deve approvare i menù proposti dalle ditte che partecipano alla gara di appalto (che ad Atripalda è biennale) e poi, qualora dalla scuola dovessero essere segnalate al Comune necessità di modifica, questo provvederebbe a comunicare l’eventuale modifica all’Asl per ottenerne l’approvazione e, nel caso specifico, all’Irpinia Mense. Qualora la modifica rientrasse nel costo del pasto già previsto allora essa potrebbe essere attuata nell’immediato altrimenti, quando che vi fosse una variazione di costo, la modifica potrebbe essere attuata solo a partire dal bando di gara successivo (cioè l’anno prossimo). Per fare ciò, è necessario che genitori ed insegnanti si incontrino, prendano delle decisioni concordi e che vengano comunicate attraverso regolari canali all’ufficio Istruzione del Comune prima dell’emissione del bando (per valutare in tempo la eventuale modifica dei costi)
Coloro che, dunque, si aspettavano con fiducia che l’assessore delegato all’Istruzione Foschi indicesse autonomamente una riunione con il referente dell’Asl, forse a seguito delle rassicurazioni fatte in proposito nel corso della riunione tenutasi a giugno con rappresentanti dei genitori, insegnanti e i dirigenti (nonché a seguito delle preoccupazioni in merito espresse da alcuni genitori nel corso della stessa), dovranno mettersi in moto per primi senza attendere che venga realizzata una cosa che, seppur non tempestivamente necessaria, quanto meno avrebbe potuto rassicurare i genitori stanchi di alcuni cibi precotti, alcuni panati e della ripetizione del menù dello scorso anno. Al plesso di via San Giacomo questo movimento sembra già essere in atto e, grazie al contributo di docenti esperte in materia, si sta provando anche ad elaborare una proposta di menù stagionale mentre negli altri plessi alcune mamme cercano spiegazioni per capire chiaramente quali siano i rispettivi ruoli di competenza.
Dall’Ufficio Istruzione arriva, invece, la rassicurazione circa la volontà dell’amministrazione di deliberare la restituzione dei 10 euro di pre iscrizione, versati dai non esenti, scalandoli da una delle prossime rate.
Si attendono, dunque, comunicazioni.