Dopo l’assemblea nulla sembra essere cambiato. Anzi, i problemi aumentano. Il sindaco ha chiesto una relazione
All’assemblea indetta dai vigili urbani di Atripalda, iscritti alla Cisl Fp, più che le presenze, a spiccare erano le assenze di qualche agente e di altri dipendenti del comune che avevano assicurato un atto di presenza e solidarietà nei confronti dei colleghi. I tre vigili Sabino Picone, Carmine D’Agostino e Fausto Di Rito e il loro rappresentante sindacale Lucio Solimene (avevano chiesto un’assemblea di due ore) alla fine hanno trovato posto proprio negli uffici del comando messo loro a disposizione dal Comune. L’assemblea si è svolta a porte aperte il 3 marzo, come previsto, in concomitanza con lo svolgimento del mercato settimanale del giovedì. Gli agenti hanno garantito il servizio per le scuole e la viabilità fino alle 10, per poi rientrare in servizio alle 12. Argomento all’ordine del giorno è stato il malcontento esistente nel comando ed i rapporti tra i colleghi minati dall’atteggiamento ostile di alcuni nei confronti di altri. Sono emersi anche problemi legati alla dislocazione degli uffici su tre piani e alla difficoltà di coordinamento delle operazioni. Gli ambienti sono inidonei e inosservanti della normativa 626/94, sia dal punto di vista della sicurezza che dal punto di vista igienico. Alla fine, i tre agenti hanno chiesto al Sindaco una soluzione radicale riguardo al clima di tensione che da tempo è presente al Comando. Il rappresentate sindacale Solimene, una volta verbalizzato, ha incontrato il primo cittadino per ragguagliarlo in merito ai lavori dell’assemblea, confermando lo stato di agitazione. Il Sindaco ha rinnovato la volontà di incontrare tutti gli agenti con lo scopo di giungere ad una conciliazione bonaria ed è per questo che, il giorno successivo, ha inviato al Comandante Ten. Sabino Parziale la richiesta di una relazione dettagliata su tutte le problematiche e gli eventuali tentativi fatti dallo stesso per appianare le tensioni fra gli agenti. Relazione il comandante sta preparando in questi giorni e che presto sarà protocollata e consegnata al primo cittadino. È facile intuire che il tenente non possa far a meno di citare il comportamento diffidente e insistente di uno dei suoi uomini nei confronti di tutti gli altri e delle attività del comando stesso. C’è traccia, infatti, di continue richieste scritte per aver accesso ad atti del IV Settore, di puntualizzazioni sulle decisioni dei suoi superiori e lettere ed osservazioni indirizzate al comando circa i disservizi riscontrati attorno ad alcuni agenti nell’esercizio delle loro funzioni. Di fronte a queste manifestazioni, il clima si è riscaldato al punto da creare tensioni e dissapori che presto arriveranno anche in Procura. Il tenente sicuramente scriverà di come più volte abbia tentato di rasserenare gli animi chiedendo collaborazione, ma scriverà anche di non aver ottenuto nulla in cambio. La relazione passerà nelle mani del sindaco che dovrà prendere delle decisioni. Si mormora di un imminente trasferimento di uno degli agenti in altro ufficio, ma fino all’ultimo si tenterà una mediazione per evitare de perdere un altro uomo in servizio, proprio ora che il Comando ne è sfornito. Il problema del sottodimensionamento del IV Ufficio, comunque, è tra le priorità dell’Amministrazione. A tal proposito Sabino Cucciniello precisa che «Non sono stato distaccato ad altro ufficio, ma ho vinto regolare concorso per Ragioniere Economo, partecipando da esterno e quindi senza alcuna facilitazione o passaggio “naturale” o distaccamento». Sullo stesso tema ritorna Sabino Imparato: «Dopo un infortunio, il 19 marzo 1991, la commissione medica mi ha giudicato inidoneo all’incarico di Vigile Urbano e con grande rammarico ho tolto la divisa, rinunciando anche alle indennità di funzione (vigilanza, turnazione e pubblica sicurezza), perché ritenevo e ritengo che per svolgere il ruolo di Vigile urbano occorra essere in piena efficienza fisica. L’allora sindaco Piscopo e l’assessore al personale Pacia mi collocarono all’Ufficio Patrimonio, dove tutt’ora sono impiegato. Per riottenere, poi, la categoria spettante per legge ai Vigili urbani (Categoria C) ho impiegato circa 15 anni avendo vinto un concorso interno. In conclusione, seppure con profondo rammarico, non sono più un Vigile urbano da 20 anni ormai solo perché giudicato inabile al servizio esterno da una commissione medica».