Da circa un mese non ci sono progressi in via Rapolla 73. La motivazione è di carattere tecnico: perizie, collaudi modifiche sismiche e tecniche. Ma dal sottosuolo non sono mancate sorprese
Lavori fermi in via Rapolla 73: la costruzione del centro diurno per anziani sembra aver subito un improvviso rallentamento in corso d’opera e non si vede progressione da circa un mese, da quando il fabbricato “Volto Santo” è stato transennato e demolito, da quando sono stati effettuati gli scavi per procedere alla ricostruzione. La motivazione la si rintraccia in una determina comunale relativa al III settore (Tecnico-Progettuale) nella quale si dichiara di approvare il “progetto di variante in corso d’opera”, ovvero le modifiche effettuate rispetto al piano di lavoro iniziale addotte e suggerite dalla stessa ditta appaltatrice nonché relative all’adeguamento strutturale alle ultime norme antisismiche e alla tipologia di scavo effettuata con la supervisione della Soprintendenza Archeologica. Tali modifiche al progetto, in sostanza, sono state causa della sospensione dei lavori e, poiché la perizia di variante redatta dall’incaricato alla Progettazione e alla direzione dei lavori è stata protocollata a fine febbraio del 2011 e successivamente approvata dal responsabile del procedimento Silvestro Aquino, non resta che attendere che tali modifiche vengano applicate, ovvero che riprendano i lavori. Una breve storia della realizzazione del “Centro Sociale Polifunzionale per Anziani” di via Rapolla parte dal 2007 quando con una delibera comunale fu approvato il progetto redatto dall’ingegner Sabino Iannaccone, relativo all’importo complessivo di 2.650.000 euro, e presentato alla regione per ottenere contributi nell’ambito del settore Assistenza Sociale. L’erogazione di tali fondi, pari all’importo necessario per la realizzazione del progetto, fu approvata dalla giunta regionale della Campania (che reputava valido il prospetto) e la decisione fu comunicata con una nota del maggio 2009 seguita, nel dicembre dello stesso anno, da quella richiedente la trasmissione del completo quadro economico relativo ai lavori. Il luogo interessato era il fabbricato condominiale denominato “VoltoSanto” del quale il Comune di Atripalda aveva acquisito circa il 90% e dunque, attraverso riunioni tra i condomini (per il restante 10%, i cui lavori di ricostruzione sono a carico) e il comune stesso si stabilì che l’ingegner Iannaccone fosse posto a capo dei lavori e del progetto affiancato dall’ingegner Silvestro Aquino, Responsabile dell’Ufficio Tecnico comunale e Responsabile Unico dell’intero procedimento. A seguito di regolare gara d’appalto, nel maggio 2010 l’esecuzione dell’opera fu aggiudicata dalla ditta Vincenzo Bruschi Costruzioni Srl per un importo di 1.852.000 euro circa e parallelamente fu conferito all’archeologo Galasso l’incarico di supervisionare i lavori in fase di scavo, come previsto dalla Soprintendenza ai beni Archeologici di Salerno, Avellino e Benevento. Proprio a tal proposito, la prima superficie di scavo è avvenuta a mano e, attraverso alcune foto scattate nel corso del procedimento, si può notare come sia venuta alla luce una stanza o grotta cava successivamente riempita e risotterrata e, per il momento, ancor priva d’identità sia antica che moderna. A lavori iniziati, poi, la necessità delle variazioni qualitative e antisismiche che, assieme alle spese per le perizie geologiche, archeologiche e di collaudo e consulenza (per un totale di 198.159 euro) hanno portato la spesa complessiva del progetto alla cifra di circa 2.506.000 euro, lievitando di quasi 700mila. Melius abundare quam deficere, dunque, con la speranza che non ci si ritrovi davanti all’ennesima fabbrica di San Pietro.