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La Corte dei Conti “riscrive” il bilancio comunale

L’organo di controllo ha evidenziato che nel 2010 anziché il pareggio si è registrato un disavanzo di almeno 500mila euro

Il Comune non ha mai risposto ad altre analoghe segnalazioni

Il bilancio 2010, l’ultimo approvato dall’Amministrazione guidata da Laurenzano, sarebbe praticamente da riscrivere: questa è la sensazione che si registra leggendo la relazione che la Corte dei Conti di Napoli, firmata dal magistrato istruttore Raffaella Miranda, ha inviato al Comune di Atripalda lo scorso 23 aprile chiedendo delucidazioni al sindaco ed al revisore dei conti.

L’organo di controllo regionale, infatti, ha evidenziato una serie di errori ed irregolarità contabili che, a prima vista, appaiono senza dubbio preoccupanti. Il primo dubbio, per esempio, riguarda il valore dei beni comunali (immobilizzazioni materiali) perché da un lato il Comune dichiara che è aumentato di circa mezzo milione di euro e, contemporaneamente, di aver messo in vendita beni per circa 7 milioni di euro, ovvero una “contraddizione” in termini.

Un’altra perplessità, riguarda l’inserimento fra i crediti di una somma di oltre 900mila euro che, invece, sarebbero inesigibili perché antecedenti all’anno 2006. E tale segnalazione ha portato la Corte dei Conti a ritenere che, in realtà, il Bilancio 2010, più che chiudersi in sostanziale pareggio, si sarebbe chiuso con un disavanzo di oltre 500mila euro.

Ma un’altra delle segnalazioni più stringenti riguarda la mancanza di liquidità e il costante ricorso alle anticipazioni di tesoreria, ovvero ai prestiti che la banca che funge da tesoreria concede al Comune, evidenziando che il ricorso a tale forma di indebitamento, oltre a produrre un aggravio finanziario (interessi), potrebbe costituire il sintomo di latenti squilibri nella gestione e, nei casi più gravi, configurare una violazione di legge.

La Corte dei Conti, poi, ha contestato l’inserimento di una previsione di entrata per recupero evasione ICI nel 2010 di circa 290mila euro mentre l’accertamento dell’evasione nello stesso anno era di circa 19mila euro e la riscossione ferma a 5mila euro. Un dato che, secondo l’organo di controllo, è indice di deficitarietà strutturale.

L’ultimo “appunto” facilmente “decodificabile” contenuto nella nota dell’organo di controllo regionale riguarda il richiamo delle precedenti e analoghe segnalazioni (soprattutto in ordine alle anticipazioni di cassa) per l’anno 2009 a cui il Comune non ha mai risposto.

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