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Centro servizi, la Xenus si ritira

Scaduto inutilmente anche l’ultimo termine concesso dal Comune alla casa farmaceutica per presentare l’offerta di acquisto. Il bilancio è di nuovo a rischio

L'affare è saltato

La cessione del Centro servizi di via San Lorenzo alla Xenus srl può considerarsi ormai definitivamente saltata. Scadeva oggi, infatti, l'ultimatum concesso dal Comune all’azienda farmaceutica romana per far conoscere ufficialmente le intenzioni sull’acquisto dell’immobile alla cifra di 2.650.00o euro (con uno sconto del 40% sul valore inizialmente stimato dall’Ufficio tecnico pari a circa 4,3 milioni di euro). E, stando alle indiscrezioni che filtrano a fatica da Palazzo di città, sembra che la Xenus sul piano formale non abbia inviato alcuna comunicazione mentre informalmente avrebbe fatto sapere, già qualche giorno fa, di non essere in condizione di chiudere la trattativa.

Giovedì scorso, infatti, l’amministratore unico della Xenus srl, Michele Pitaro, nel corso di un incontro con il sindaco Spagnuolo, il segretario generale Curto ed alcuni amministratori, avrebbe annunciato il ritiro dalla trattativa per ragioni di carattere economico visto che l’erogazione del finanziamento da parte del Ministero dello Sviluppo Economico, dopo il preavviso di rigetto, tarda a concretizzarsi. Tuttavia, il rappresentante della casa farmaceutica, avrebbe confermato che l’interesse per il Centro servizi, o quantomeno per una parte di esso, resta e che si potrebbe anche aprire una nuova trattativa nei prossimi mesi ricorrendo ad un mutuo bancario.

In ogni caso, però, il Comune adesso è chiamato da un lato a chiudere ufficialmente la procedura di vendita aperta lo scorso ottobre con la pubblicazione dell’invito a presentare manifestazioni d’interesse e dall’altro a coprire il buco nel bilancio 2013 in corso di formazione causato dalla mancata alienazione del Centro servizi. In altre parole, il tira e molla in atto dal mese di luglio dello scorso anno (periodo in cui la Xenus inviò al Comune la prima richiesta di acquisto) fino ad oggi, seppure alimentato dalla speranza di chiudere prima o poi l’affare (anche se in molti, come il capogruppo di “Piazza Grande”, Raffaele La Sala, hanno espresso forti dubbi sin dalla prima ora), ha creato forti difficoltà perché l’Amministrazione comunale, nel prendere atto che non esistono più speranze di vendere l’immobile, dovrà in pochissimi giorni (l’approvazione del Preventivo 2013 deve avvenire entro il 30 giugno) trovare i 2.650.000 euro necessari a coprire il piano triennale di rientro dal disavanzo complessivo di 3,6 milioni di euro se non riuscirà a mascherare la falla con un artificio contabile. E con la Corte dei Conti sul collo non sarà facile come in passato... E forse sarà anche per questo che ricomincia a circolare con una certa insistenza e preoccupazione l'ipotesi di un inevitabile dissesto finanziario.

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