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Stangata tributi, sale la protesta. Minacce telefoniche per Battista

Entro lunedì vanno versati gli acconti della Iuc (Tasi, Tari e Imu) ma i dubbi sono ancora tanti. Intanto si scopre che se l’Amministrazione avesse fissato al minimo (10%) e non al massimo (30%) la quota per gli inquilini la maggior parte di essi non avrebbe pagato nulla

La protesta di Pino Battista di fronte al Comune

Dopodomani scadono i termini per il pagamento della prima rata dell’Imposta Unica Comunale (IUC), il nuovo tributo che comprende la Tari (tassi sui rifiuti), la Tasi (tassa sui servizi indivisibili) e l’Imu (Imposta municipale propria) sugli immobili diversi dall’abitazione principale. I cittadini atripaldesi, infatti, sono fra i pochi “fortunati” a dover pagare l’acconto entro il prossimo 16 giugno perché il Comune di Atripalda, insieme al 10% dei comuni italiani (cinque in Irpinia), ha deliberato le aliquote entro la fine dello scorso mese.

La Tasi è dovuta in quota parte dal proprietario dell’immobile (70%) ed in quota parte dall’occupante (30%) se, naturalmente, è diverso dal proprietario (altrimenti quest’ultimo paga il 100%), per finanziare i cosiddetti servizi indivisibili (pubblica sicurezza e vigilanza, tutela del patrimonio culturale, servizi cimiteriali, manutenzione di strade, verde e pubblica illuminazione, servizi socio-assistenziali, servizi di protezione civile e tutela di edifici e aree comunali) quantificati in circa 1,7 milioni di euro. Il calcolo dell’importo va effettuato moltiplicando l’aliquota (2,8‰ per abitazioni principali e 1‰ per gli altri fabbricati) per l’imponibile (rendita catastale più il 5% di rivalutazione per il moltiplicatore di categoria catastale) ed effettuando il versamento pari alla metà dell’importo spettante al proprietario e all’occupante attraverso il modello F24 (codice catastale del comune: A489; codice tributo: 3958÷3961 a seconda della descrizione) sottraendo 50 euro in totale per rendite catastali inferiori a 500 euro. Volendo fare un esempio: per un appartamento con una rendita catastale di 550 euro si dovrà pagare un importo annuo totale di 258,72 euro (550 x 1,05 x 160 x 2,8‰). Tuttavia, il Comune è intervenuto successivamente per chiarire che “l’aliquota ordinaria dell’imposta per tutte le categorie di immobili oggetto di imposizione è pari all’1‰” e che “non sono dovuti versamenti per importi annui inferiori a 12 euro”.

Sempre entro il 16 giugno andrà pagato l’acconto pari al 50% dell’Imu sulle seconde case (l’abitazione principale è esonerata) e sugli immobili produttivi applicando un’aliquota del 8,5‰.

Entro il 16 giugno, infine, va pagata anche la prima delle quattro rate in cui è possibile suddividere la Tari (16 giugno, 16 agosto, 16 ottobre e 16 dicembre) utilizzando gli appositi bollettini prestampati che il Comune si sta preoccupando di inviare a tutti i contribuenti in questi giorni. Nel caso della Tari il conteggio dell’importo viene effettuato direttamente dal Comune sulla base della superficie dichiarata, del numero di occupanti indicato sullo stato di famiglia o della categoria merceologica nel caso delle attività produttive.

E che sarebbe stata una settimana difficile sul versante dei tributi comunali era facilmente intuibile, ma forse così pesante e complicata in pochi se l’aspettavano.

Il tributo più indigesto, soprattutto perché nuovo ed “universale”, è stato la Tasi, la tassa sui servizi indivisibili, perché non solo ha costretto i contribuenti a prendere confidenza con un tributo inedito, di cui molti non immaginavano neanche l’esistenza, ma soprattutto perché non ha risparmiato nessuno: sia i proprietari che gli inquilini, di case e altri tipo di immobili, sono finiti alle prese con rendite catastali, rivalutazioni e aliquote che non proprio tutti riescono a “masticare”, men che meno a “digerire”. E gli uffici comunali hanno dovuto impegnarsi parecchio per dare spiegazioni e indirizzare i contribuenti nella giusta direzione, anche perché non è stato oggettivamente facile districarsi tra numeri, percentuali, detrazioni e così via. Ed in qualche caso la confusione si è trasformata in rabbia quando si è scoperto che se l’Amministrazione comunale avesse fissato al minimo (10%) la percentuale a carico degli inquilini anziché al massimo (30%), forse la maggior parte non avrebbe dovuto pagare nulla perché l’acconto sarebbe risultato inferiore a 12 euro e perciò da non versare.

Ma la rabbia si è trasformata in protesta nel caso della Tari, la tassa sui rifiuti, perché, oltre agli immancabili errori negli importi, almeno il 30% di contribuenti, soprattutto alcune categorie merceologiche, i nuclei familiari con più di tre componenti e gli occupanti alloggi piccoli, ha scoperto di dover pagare più dello scorso anno, in alcuni casi molto di più. Come il sig. Pino Battista, esponente cittadino del Movimento 5 Stelle, che ha scoperto di dover versare una Tari di 364 euro per il suo appartamento di 65 mq. in cui vive con la sua famiglia di 4 persone mentre lo scorso anno ne pagava 192. Ed il “grillino” ha stazionato a lungo di fronte al Comune con un cartellone su cui campeggiava la scritta “364.000 volte grazie all’Amministrazione comunale” fino a quando non è stato ricevuto dal sindaco Spagnuolo, il quale gli ha spiegato, senza però convincerlo fino in fondo, che sulla Tari l’Amministrazione comunale non ha potere discrezionale, ma, eventualmente, può solo puntare ad abbassare la spesa complessiva insistendo con la raccolta differenziata come sta facendo con le biopattumiere e l’isola ecologica che verrà. Ma la protesta di Battista sta prendendo una piega imprevista perché il 50enne sta ricevendo telefonate anonime per dissuaderlo dal non continuare la sua iniziativa pacifica. Ma Battista fa sapere che non si farà intimorire e che lunedì mattina proseguirà nella sua protesta davanti a Comune.

Infine, anche il versamento dell’Imu sugli immobili diversi dalla prima casa (esonerata) ha creato qualche perplessità in chi, come il geom. Luigi Spina, ha fatto notare che la legge ed il Regolamento comunale prevedono che l’acconto debba essere calcolato sull’aliquota dello scorso anno (9,1‰) e non su quella di quest’anno (8,5‰) come, invece, spiegano i manifesti affissi dal Comune.

Il 50enne non si fa intimorire

La protesta di Battista non si ferma neanche sotto l'acqua

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