Martedì, 03 Dic 24

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Avevamo una volta un Ideal

Ad ogni cambio di governo i proprietari si fanno avanti, poi...

Chi viene da Avellino e attraversa piazza Umberto I trova sulla sua sinistra un edificio attualmente ricoperto con un telo nero. Non è una performance dell’eccentrico Christo, non si tratta di un’opera artistica. Tra i residenti e in generale tra coloro che hanno meno di trent’anni, molti sanno che quello era un cinema, pochi però sanno che si chiamava Ideal.

Questa fatiscente struttura è quello che resta di un glorioso cineteatro presente in quella parte della piazza già dalla seconda metà degli anni ’50, erede moderno di una delle prime sale cinematografiche della provincia allocata per opera del poliedrico artista di arti visive, Raffaele Troncone, prima nel salone del municipio e poi nell’ala sinistra della Dogana dei Grani.

Lo schermo di quel cinema e le tavole del palcoscenico sono parte integrante della storia, della cinematografia, del teatro e della cultura irpina, se pensiamo che sono stati per diversi anni la sede di proiezione e di dibattito del Premio internazionale del cinema neorealistico Laceno d’Oro dei compianti Camillo Marino e Giacomo D’Onofrio.

L’attuale struttura fu realizzata con il preciso vincolo di essere adibita ad attività cineteatrali: questo ne ha evitato l’abbattimento e il cambio di destinazione d’uso, anche se per provvedimenti politici e aggiornamenti normativi oggi sarebbe possibile un ridimensionamento della superficie destinata allo scopo iniziale e la realizzazione di attività tipologiche legate alle arti visive (per esempio un caffé letterario, una libreria, ecc.).

Puntualmente, negli ultimi tempi, a ogni cambio d’amministrazione i proprietari sottopongono alla nuova Giunta un progetto ben articolato con soluzioni d’avanguardia che però, dopo una prima fase di confronto, viene sempre disatteso.

Sembra invece che la precedente amministrazione abbia raggiunto un’intesa sull’ultimo progetto presentato nella direzione sopra esposta: se è così, è proprio da tali intenti che si deve partire per tentare di risolvere finalmente la questione.

È quindi il momento di essere vigili e prestare la massima attenzione a questa vicenda. Ricordiamo che la legislazione regionale vigente offre ampi spazi per l’incremento di edilizia residenziale pubblica e privata attraverso il recupero e la riqualificazione delle aree urbane degradate o esposte a rischi ambientali. In fondo Atripalda ha già visto l’applicazione, in negativo e proprio nel centro della città, di questa normativa che deroga ai piani urbanistici locali.

È compito dell’Amministrazione affrontare la questione in modo lungimirante, e secondo il mio personale parere il progetto va proposto proprio nei termini indicati, perché coniugherebbe l’interesse pubblico con quello privato.

L’attuale situazione di abbandono va superata restituendo alla città un suo spazio teatrale e culturale e restituendo alla piazza, con la risoluzione anche di altre emergenze architettoniche, parte del suo passato splendore.

Bisogna ridare ai giovani il nostro e il loro… Ideal.

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