Il locale è stato venduto e dovrà essere liberato entro domani. Il presidente tira le somme: Come associazione di categoria non abbiamo ottenuto risultati, forse è giunto il momento andare oltre
AssoCia, l’associazione dei commercianti e degli artigiani di Atripalda, ha ricevuto l’avviso di sgombero dalla sede di Piazza Umberto I. Il box, di proprietà comunale, detenuto da cinque anni in comodato d’uso gratuito, è stato recentemente venduto all’asta alla L.R. Legno srl e dovrà, perciò, essere reso disponibile per i nuovi proprietari. Il presidente Gerardo Iannaccone ha intenzione di convocare il direttivo venerdì prossimo per darne comunicazione agli associati e, contestualmente, approfittarne per gettare lo sguardo più lontano. Dopo sei anni è arrivato il momento, suggerito dall’esigenza di una riorganizzazione quantomeno logistica, per tirare le somme e proiettarsi al futuro.
Presidente, in questi sei anni avrete anche seminato molto ma forse avete raccolto poco…
«Le nostre principali iniziative, seppure quasi sempre concentrate nei periodi natalizi, hanno certamente dato lustro alla città risultando molto gradite ai cittadini. Gli attestati di gratitudine e riconoscimento ricevuti ci sono bastati per farci sentire soddisfatti e orgogliosi di ciò che abbiamo fatto. Ma se la domanda si riferisce ai risultati ottenuti come categoria devo ammettere che sono pari allo zero. Basti dire che Atripalda è l’unico comune della provincia ad aver interpretato la liberalizzazione delle licenze voluta dall’ex ministro Bersani in maniera estensiva ed assoluta. Ma vorrei anche sottolineare che prima di essere commercianti, imprenditori o artigiani, siamo cittadini atripaldesi, ed il bilancio è lo stesso e il rammarico maggiore».
Che senso ha, allora, tenere ancora in vita AssoCia?
«E’ la stessa domanda che anch’io ho intenzione di rivolgere ai membri del direttivo e poi le farò sapere…».
Ma la sua opinione qual è?
«Le delusioni sono state tante e la voglia di mollare tutto c’è. Tuttavia, personalmente avverto una forte spinta che arriva dal basso, da una insoddisfazione diffusa in tutta la città ed in tutti gli strati sociali, dall’esigenza di raccordare l’associazionismo che continua a proliferare in maniera spontanea e disarticolata per mancanza di punti di riferimento. E tutto questo mi porta a pensare che la nostra esperienza non debba andare dispersa, ma vada valorizzata e reinterpretata, per andare oltre il nostro ruolo di semplici sentinelle e rappresentare un’alternativa credibile all’attuale sistema politico che continua a generare classi dirigenti miopi se non del tutto incapaci, senza per questo cedere a tentazioni partitiche o assumere posizioni faziose».
In altre parole?
«Se la nostra esperienza potrà servire ad incidere di più e meglio nella vita della città e ad imprimere una svolta, la mia disponibilità a collaborare c’è. Noi siamo portatori sani di idee, soluzioni e voglia di fare e possiamo porci come punto di riferimento anche per altre associazioni che stanno nascendo in tutta la città. Sapete perché è nato l’ultimo comitato di quartiere Manfredi, Pianodardine, Fellitto? Perché per più di anno sindaco e assessori hanno fatto solo promesse vuote, soprattutto sulla vicenda del divieto di sosta. Potrei scrivere un’enciclopedia su ciò che hanno detto Laurenzano, Di Pietro prima e Aquino poi ai residenti, puntualmente mai riscontrate nei fatti. Ed un fermento simile sta nascendo anche in via Belli per la questione del senso unico introdotto dopo i lavori a via Cammarota».
Intanto dovete lasciare la sede…
«Il tempo di liberare il locale e riconsegneremo le chiavi. Intanto, però, abbiamo esigenza di rientrare della somma anticipata per conto del Comune nel dicembre 2007 per la fornitura di energia elettrica alle luminarie e alla pista di pattinaggio. Già lo scorso anno abbiamo inviato al sindaco una sollecitazione scritta per avere indietro almeno 7mila euro a fronte dei 12mila spesi solo per l’energia elettrica dopo che la giunta, con la delibera n. 182 del 30.11.2007, ci autorizzò a richiedere la fornitura all’Enel. E dopo svariate sollecitazioni rivelatesi infruttuose, abbiamo dato mandato all’avvocato Filomena Alaia di procedere per le vie legali».
Già che c’è, vuole dire qualcosa a proposito del mercato?
«I problemi sono sotto gli occhi di tutti ed erano ampiamente prevedibili per chiunque. E mi chiedo: ma cosa ha fatto l’Amministrazione negli ultimi sei mesi per evitarli? Oggi ci si rende conto che mancano i parcheggi, gli spazi e i soldi delle tasse a carico degli ambulanti: tutti argomenti che abbiamo sollevato per tempo senza essere ascoltati. Sento dire che c’è l’intenzione di utilizzare lo spazio antistante l’ex macello di Avellino per parcheggiare le auto, ma ho la sensazione che anche su questo argomento il sindaco e l’assessore al commercio abbiano le idee un po’ confuse sia perché non ci sono le necessarie condizioni di sicurezza, sia perché il Comune di Avellino non può autorizzare nulla senza aver compiuto i necessari passaggi amministrativi e sia perché si dovranno eventualmente sostenere i costi di bonifica e di occupazione dell’area. E chi pagherà visto che proprio per non spendere soldi si è preferito piazzare le bancarelle in mezzo alla strada anziché livellare il terreno ai lati di via San Lorenzo? La situazione continua ad essere gestita con una colpevole approssimazione che non può avere alcuna giustificazione».
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