Padre Vito, padre Pedro e padre Antonio andranno ad Avellino. La Chiesa del Carmine avrà in nuovo parroco
Il territorio atripaldese ormai da anni accoglie il servizio e la preghiera dei padri francescani dell’ordine dei Frati Minori del Sannio e dell’Irpinia che dal convento attiguo alla Chiesa di San Giovanni Battista, presso rampa San Pasquale, sono una presenza tangibile nella realtà fraterna e sociale di Atripalda. I Boy Scout, la Gioventù Francescana e i gruppi di preghiera, ad esempio, hanno ormai da anni come punto di riferimento spirituale padre Vito e padre Pedro, nonchè padre Antonio che risiede ad Avellino e si appoggia sporadicamente al convento.
Lo stesso affetto è dimostrato a tutti i cittadini atripaldesi poiché Padre Vito, Priore del Convento, celebra messa presso la Chiesa di Santa Maria del Carmine mentre padre Pedro è viceparroco della Chiesa di San Giovanni Battista (Chiesa di San Pasquale).
Sarebbe più consono, però, utilizzare tempi verbali al passato a fronte del prossimo mese di agosto, al termine del quale pare che i tre frati dovranno abbandonare il convento, la città e i loro servizi.
Entrambi i frati residenti al convento non sanno nulla di ufficiale e continuano tranquillamente le loro attività. Desiderando di sbagliarci, c’è tuttavia da dire che la questione potrebbe essere conseguenza di un riassetto generale delle strutture francescane, voluto dal Ministro Provinciale di Benevento che coinvolgerebbe ben quattro conventi della provincia tra cui quello di Avella: questo probabilmente anche in conseguenza alla carenza di vocazioni e dunque alla non disponibilità di frati per popolare il convento atripaldese.
I frati dovrebbero trasferirsi ad Avellino e, per risolvere l’inevitabile disagio della celebrazione nella chiesa di via Roma, si provvederebbe ad “assoldare” un nuovo parroco designato dalla diocesi. Sembra che solo una volta alla settimana uno dei frati tornerà ad Atripalda per celebrare messa nella chiesa di San Giovanni Battista.
All’abbandono delle anime, poi, si affianca l’abbandono della struttura che, di proprietà del Comune, sarà probabilmente destinata ad altro. Già qualche anno fa, il Comune aveva avanzato richiesta al Ministro Provinciale per riottenere i locali del convento dove, oltretutto, svolgono le loro attività i gruppi giovanili sopra citati, al fine di mettere in piedi un progetto per una casa di accoglienza ed assistenza. Quando il convento si svuoterà delle due amate presenze, sarà il Comune di Atripalda a doversene occupare.
Commenti
HA RAGIONE GENNARINOPASSIF ALLI: I CLERICALI STANNO NOTANDO CHE SI FA TERRA BRUCIATA INTORNO AL LORO SPAZIO. DEL RESTO I TELEGIORNALI CI STANNO RACCONTANDO DI MOLTE COSE CHE VEDONO PROTAGONISTI I PRETI ITALIANI E STRANIERI.
STUPRI, VIOLENZE SESSUALI, LADROCINI VARI, SPECULAZIONI IMMOBILIARI. DI TUTTO E DI PIU'.
VOI CONTINUATE A FARE LA DIFESA D'UFFICIO, CONTINUATE PURE
E avverto che non replico ai maleducati!
Albergo forever. Quella struttura è patrimonio della città, non dei clericali, di quelli che la domenica vanno in chiesa e poi fanno porcherie per il resto della settimana.
Un saluto a tutti. Raf
Dovresti ricordare (visto che hai circa 40 anni) che ad Atripalda c'era una validissima compagnia teatrale a cavallo degli anni 70/80. Le prove si facevano nel convento, che di fatto divenne la sede della compagnia teatrale. Si facevano anche altre cose interessanti, ma preferirei che a spiegarle fosse qualcun altro. Il senso del mio intervento, invece, voleva sottolineare l'utilità di una conversione a struttura ricettiva, senza oneri di trasformazione. Un convento/alberg o, di cui esistono altre utili testimonianze in Italia, funzionerebbe anche da attrattore turistico. Per le conferme basterebbe una semplice ricerca in rete...