Dall’inizio di aprile la gestione del servizio igiene urbana passerà nella competenza della Provincia. Dalle prime proiezioni sembra che l’aumento dei costi sarà inevitabile
Nel corso della settimana, la società Irpiniambiente che si occupa della raccolta e dello smaltimento di rifiuti sul territorio irpino, ha comunicato con una nota attraverso mezzo stampa che per quanto riguarda il piano dei costi del sistema del ciclo dei rifiuti in provincia di Avellino, “il costo pro capite di 127 euro rappresenta la semplice divisione tra tutti i residenti in Irpinia del costo totale del sistema, a cui va aggiunto il costo dello smaltimento dell’indifferenziato. Il costo complessivo del sistema, poi, sulla base dei regolamenti comunali, verrà ripartito, con aliquote diverse, sulle varie componenti cioè, tra famiglie, attività commerciali, attività industriali, ecc. Pertanto dire che le famiglie pagheranno euro 127,00 a componente del nucleo familiare è inesatto”. In realtà, il piano relativo ai rifiuti (non ancora attuato) consisterebbe nell’esecuzione del sistema di raccolta conosciuto come “porta a porta” attraverso il quale si dovrebbe riuscire a raggiungere, entro il 2013, una percentuale di differenziazione dei rifiuti pari al 75%. Tale sistema, dunque, rientrerebbe nell’ambito della provincializzazione della gestione dei rifiuti in Campania la cui obbligatorietà (inizialmente slittata entro dicembre 2011) è stata prevista, nel decreto Milleproroghe , a partire dal 1 Aprile 2011. Ad Atripalda, la raccolta dei rifiuti afferisce alla società provinciale ma il sistema di raccolta è ancora quello effettuato precedentemente (differenziata attraverso i cassonetti) che ha comunque portato la città ad un tasso di differenziata pari a circa il 40%. Attualmente, dunque, e fino al cambio di servizio, il costo della tassa sulla spazzatura per i cittadini dovrebbe rimanere lo stesso della scorso anno. La motivazione sta nel fatto che, a causa delle molte problematiche organizzative che Irpiniambiente si trova ad affrontare al momento, è improbabile che riesca a far partire il sistema porta a porta in tutta la provincia e che, qualora dovesse iniziare, inizierebbe dai comuni con un tasso di differenziata inferiore al 38% per non incorrere in sanzioni. Dunque, Atripalda non sarebbe tra i primi e quindi la tariffa sembra, per il momento, destinata a non variare. Tuttavia l’obbligatorietà del porta a porta, presto o tardi porterà ad un’impennata di costi che, ad Atripalda, si potrebbe tradurre nel passaggio da 2milioni circa all’anno a 3milioni. I 127 euro pro capite (circa 1 milione e 500mila euro totali sulla popolazione cittadina, sulla base di una media provinciale che non tenga conto delle differenziazioni locali tra privati ed esercizi commerciali e industriali) coprirebbero solo i costi di una raccolta che implicherebbe maggior mano d’opera senza tener conto né dello spazzamento stradale (attualmente unito al costo della raccolta per un totale di 1 milione e 200mila euro) né dello smaltimento sia dell’indifferenziata che dell’umido che dei materiali solidi differenziati, al momento rispettivamente dal costo di circa 460mila euro e 400mila euro. Insomma, l’aumento ci sarà sicuramente ma non in tempi brevi. Così come la raccolta porta a porta e una maggiore differenziazione dei rifiuti necessaria affinché non se ne resti sepolti.
Commenti
Invece di farli lamentare, io proverei a farli multare dai vigili o dai carabinieri.
Le condizioni igienico-sanita rie di alcuni ambulanti del pesce, sono da rilevare e sanzionare. Noi invece concediamo agli operatori del mercato di scioperare, di pagare meno suolo pubblico di quello che occupano (o di non pagarlo affatto), di sporcare e violentare la nostra città.
Quando la smetterete di far finta di nulla, per cominciare ad agire nell'interesse dei cittadini?
Amministratori, Vigili Urbani e Carabinieri, sarebbe necessaria un'azione di controllo, non credete?
munnezza e mercato
Bix