La dirigenza della società si è dimessa in blocco e in un comunicato stampa scrive di aver rimesso le sorti della squadra nelle mani dell’assessore allo sport Montuori che, però, non ne sa nulla e si chiama fuori
L’ASD Città di Atripalda ha decretato le dimissioni di tutto il consiglio direttivo a seguito dei momenti di tensione che si sono registrati nel corso della partita di sabato scorso, disputatasi contro il Montella. Nucleo della questione è l’ordine pubblico legato alla capienza massima del Valleverde che non può contenere più di cento spettatori generando un’inevitabile situazione di caos tra i tifosi locali e ospiti che vogliono assistere alle gare. Il direttivo ha deciso all’unanimità di dimettersi e di rimettere la squadra nelle mani dell’assessore allo sport Andrea Montuori almeno in termini di responsabilità. Così Walter Iannaccone, direttore sportivo della Città: «Si tratta di dimissioni, per così dire, di responsabilità. Dopo la decisione presa dalla Commissione di vigilanza per i pubblici spettacoli, qualora ci dovesse essere qualche complicazione, non sarà la dirigenza a doverne rispondere ma direttamente l’assessore». Dal canto suo, Montuori espone le motivazioni dell’inadeguatezza del campo attraverso un comunicato stampa dal Comune: «La mancanza di fondi comunali ci ha impedito di realizzare una serie di progetti che avrebbero potuto migliorare notevolmente gli standard qualitativi e di sicurezza sia dello stadio che delle altre strutture, mentre la decisione dei dirigenti del Città di Atripalda mi ha stupito e rattristato e spero che possano ritornare sui loro passi». Contattato telefonicamente ha aggiunto di non aver ricevuto alcunché di scritto che possa coinvolgere l’amministrazione nella questione o nella gestione della società o nella responsabilità circa le questioni dell’ordine pubblico. Parallelamente, poi, non sembra a rischio la partecipazione della squadra al campionato poiché sul fronte organizzativo “l’apparentemente ex” consiglio direttivo ha comunicato che «nonostante vittime di questi paradossi e consapevoli dell’affetto ce ci lega alla Città di Atripalda e ai nostri colori, porteremo a termine gli impegni assunti fino al termine del campionato»: impegni, ovviamente, economici e organizzativi. Insomma, da un lato ci sono le dimissioni e l’affidamento, dall’altro la non intenzione di assumersi competenze. Al centro, una squadra di calcio alla quale, ufficialmente, resta solo la connessione con la palla, priva di superiori e, quasi, anche di pubblico.
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