Giovedì, 09 Gen 25

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«Sono vivo per miracolo»

La testimonianza di Carmine Melchionno, 31 anni, colpito da un principio d’infarto, sfuggito ai primi controlli

La città ospedaliera

Carmine Melchionno, 31 anni di Atripalda, oggi si ritiene fortunato o meglio, come dice lui, “rinato”. Questo perché pur avendo sfiorato la morte non si è rassegnato ed ha lottato per vivere. La sua storia ha dell’incredibile, ma il fatto di poterla raccontare gli basta: «Lo scorso 23 marzo - racconta Carmine - ho improvvisamente avvertito forti dolori al petto e al braccio uniti ad un forte affanno. Alle 4,30 del mattino, mio padre e mia madre mi hanno accompagnato preoccupati presso la guardia medica. Temevo di avere un principio di infarto ma la visita non ha dato esito negativo, anzi: si sarebbe trattato di una tracheite e di un colpo di freddo. Torno allora a casa e, come consigliatomi, assumo un paio di antidolorifici cercando di calmare quel dolore che, anzi, diventa sempre più forte al punto che mio padre mi accompagna alla vicina clinica dove vengo sottoposto ad un elettrocardiogramma. Il medico mi comunica nell’immediato la presenza di anomalie nel tracciato consigliandomi di raggiungere il pronto soccorso per sottopormi ad ulteriori analisi. In ospedale, già alle 10, attendo per ore d’esser visitato con il codice verde, quello riservato ai pazienti non a rischio. Il dolore aumenta e le labbra diventano viola; mamma chiede aiuto ai medici, ma tutti la tranquillizzano. Solo dopo le 14, quando mi raggiunge un mio parente che lavora presso la struttura, vengo condotto con la barella al reparto di terapia intensiva. Hanno solo il tempo di consultare il tracciato e le analisi del sangue e di farmi firmare l’autorizzazione per l’intervento: la vena aorta è parzialmente occlusa, ho un infarto in atto da diverse ore». Secondo i medici che lo hanno operato si tratta di un caso rarissimo poiché a 31 anni, con l’infarto, si muore. Per loro, Carmine è rinato il 23 marzo alle17, quando si è concluso l’intervento: «Ringrazio il Cielo e i medici che mi hanno salvato e non ho intenzione di accusare nessuno. Tuttavia voglio rendere pubblica la mia esperienza perché le persone insistano quando si accorgono di stare davvero male e non si accontentino di una visita sommaria ma cerchino analisi e medici specializzati, come è nel loro diritto. Questo perché, anche se errare è umano, la vita delle persone è sul filo del rasoio. Forse basterebbe che medici giovani e medici con più esperienza lavorassero in coppia nelle strutture di prima assistenza unitamente ad un maggior controllo anche da parte dei superiori e ad una migliore organizzazione di primo soccorso ed ospedaliera. Anche perché in molti conoscono le vicende di quella notte e, dunque, non si può pensare che non sia accaduto nulla».

Carmine Melchionno

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Commenti  

 
#3 infartuato 2011-04-14 21:16
Caro Carmine non ti meravigliare più di tanto.
D'altra parte la cosa più importante è che il caro Rosato ha riconfermato la sua poltrona, poi per il resto che tu [...] o viva a lui ed ai suoi colleghi non gliene frega niente.
auguri.
 
 
#2 leoluca 2011-04-14 08:09
[...] andare a zappare (con tutto il rispetto per gli agricoltori), invece viene collocato [...] nel sistema della sanità campana, che è diventato un vero SISTEMA, oltre ad essere la nostra zavorra economica
 
 
#1 antonio 2011-04-13 22:27
grazie carmine di essere ancora in mezzo a noi,non era il momento.....sei un amico....nn lo meritavi e cerca di andare avanti,per qualsiasi cosa ci sono......stamm i bene