Giovedì, 09 Gen 25

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Via Crucis, gli addii di Gesù e Cucciniello

Una rappresentazione insuperabile segnata dal passaggio di consegne nella famiglia Giovino. Dal prossimo anno tutto è destinato a cambiare

Enrico Giovino, dietro di lui si scorge il figlio Rino

«Elì, Elì, Lemà Sabachtani!» sono state le ultime parole pronunciate da Gesù di Nazareth circa duemila anni fa e da Enrico Giovino nei panni di un Cristo umiliato e offeso, nella serata del Venerdì Santo di quest’anno. Parole proferite prima di scendere per l’ultima volta dalla croce della tradizionale rappresentazione che quest’anno si è svolta negli scavi dell’Antica Abellinum e che ha richiamato ad Atripalda più di 2mila spettatori attratti dalla professionalità dello spettacolo e dalla storicità dei luoghi. Dopo aver incarnato per quindici anni una tradizione di famiglia, da quando la Pro Loco ha prima recuperato e poi intensificato la Via Crucis con nuovi testi e consulenze di ogni tipo riscuotendo grande apprezzamento, Giovino passerà dal prossimo anno il testimone al figlio Rino, 27 anni, che porta lo stesso nome del nonno, anch’egli interprete per lungo tempo della stessa parte. La rappresentazione ha commosso gli spettatori accorsi, sia atripaldesi che curiosi provenienti da tutta la regione.
Una Via Crucis dell’addio altresì per il presidente delle Pro loco Fernando Cucciniello, nel pieno del suo ultimo mandato: «È stato un successo oltre ogni aspettativa e, per me che a fine anno lascerò l’incarico, non poteva andar meglio: non ho mai visto tanta gente e posso dire che è stata sicuramente l’edizione più partecipata». Soddisfazione, dunque, ma anche un leggero rammarico per una vicenda poco “ortodossa” sia per modalità che per tempistica: a poche ore di distanza dall’inizio della rappresentazione (previsto alle ore 20 ma slittato oltre le 21 per attendere la fine celebrazioni religiose) si è temuto che tutto potesse saltare perché era necessario sottoscrivere un’assunzione di responsabilità rispetto ad eventuali incidenti che potevano accorrere sulla collina di San Pasquale sia agli attori che al pubblico. Ad apporre la firma è stato, di fronte alla mancata intenzione del Comune e dell’Ufficio Tecnico, lo stesso presidente Cucciniello che afferma: «Per quanto riguarda gli scavi, avevamo già stabilito una polizza assicurativa assieme alla Soprintendenza con un accordo di tutela e protezione dei beni archeologici del sito. Ovviamente nelle strade cittadine la situazione era differente ed è prevalsa la volontà di tutelarsi da eventuali incidenti e danni a cose e persone. Ho firmato un’assunzione di responsabilità, anche “snellita” grazie alla disponibilità del sindaco, che a questo punto credo sarà richiesta a tutti coloro che organizzeranno manifestazioni su area pubblica cittadina a partire dalla processioni fino a quelle sportive. A quanto ho capito, potrebbe essere necessario anche per la stessa processione di San Sabino. Personalmente - conclude Cucciniello - ho compreso le preoccupazioni del Sindaco e del Comune, ma ciò non toglie che se ne sarebbe potuto discutere anche prima e non solo a poche ore dalla manifestazione». Intanto si respira nell’aria la sensazione che qualche dinamica potrebbe cambiare nell’impianto scenico e di sceneggiatura dell’anno prossimo, forse ritornando alle forme originarie; tuttavia Cucciniello riserva le risposte al prossimo anno: «Cambierà tutto: elezioni comunali, nuovo presidente e, forse, nuovo direttivo della Pro Loco, nuovi scavi; bisognerà attendere per valutare la prossima edizione. Quella di quest’anno, comunque, ha toccato l’apice massimo di grandezza: insuperabile».

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