Giovedì, 09 Gen 25

  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
Tu sei qui:

Folla e riti d’altri tempi per la festa di Sant’Antonio

Ottima riuscita sia religiosa che civile. Solo qualche inconveniente in via Rapolla per la processione

La statua metre esce dalla Chiesa Madre (foto Venezia)

Le celebrazioni in onore di Sant’Antonio di Padova hanno riempito la città di fedeli e curiosi provenienti anche dai paesi limitrofi, come non accadeva da tempo. Sabato 11, domenica 12 e lunedì 13 giugno si è respirata aria di festa lungo le strade cittadine ed il bilancio complessivo dell’evento può essere considerato positivo. Le uscite del sabato sera hanno optato per piazza Umberto I con l’esibizione e i balli de” I ragazzi del Cuore”, ed una forte a affluenza di atripaldesi. Domenica, invece, il concerto di Enzo Avitabile con i bottari ha richiamato ad Atripalda un folto pubblico di amanti del genere e di fan dell’artista: a partire dalle dieci, la piazza si è riempita dei cori del pubblico giovane che ha accompagnato cantando e saltando il musicista in grado di coniugare tradizione e ritmi moderni, riscattando anche l’esibizione di Fabio Concato della scorsa festa di San Sabino. Buona presenza, poi, anche per il concerto dell’Orchestra Sinfonica della Città di Campobasso, diretta dal maestro Aiezza, che ha attirato gli appassionati di musica classica della provincia ed ha addolcito l’atmosfera per tutti i fedeli reduci dalla processione. Anche il corteo religioso, infatti, ha visto la partecipazione di moltissime persone al pari della processione di Santa Rita svoltasi il mese scorso: l’intensità era palpabile e l’aspetto più bello è stato il ritorno alla tradizione: a causa dei lavori in corso in molte zone della città, infatti, nel delineare un percorso alternativo è stato scelto quello risalente al periodo anteriore al terremoto del 1980 che percorre la zona antica, e ricostruita, di Atripalda (Capo la Torre, Piazzetta San Sabino e Via Serino) dando la possibilità di respirare ancora l’aria di quelle zone antiche e di farle conoscere a chi, in quegli anni, non era ancora presente. Coperte, luci esterne accese ed effigi del Santo hanno testimoniato la partecipazione alla processione anche di coloro che non hanno potuto essere presenti fisicamente. Inoltre, una caratteristica importante e, secondo il trend degli ultimi anni anche controcorrente, è il fatto che il corteo è rimasto compatto fino alla fine accompagnando il Santo in chiesa e senza disperdersi prima del tempo. Forse il segno di una nuova religiosità e di un nuovo rispetto, forse il bisogno di vivere ancora le tradizioni di un tempo: Sant’Antonio, quest’anno, ha abbracciato gli atripaldesi.

Altra musica, invece, sul piano organizzativo: ad alterare la tranquillità di una processione folta e partecipata è stato un piccolo intoppo logistico palesatosi lungo via Rapolla. A causa degli scavi e dei lavori per l’edificazione del centro per anziani dell’ex Volto Santo, la strada è infatti momentaneamente impedita da una strettoia che ha costretto la processione a spostarsi su piazza Di Donato. Tuttavia, l’area era completamente ostruita dalle auto parcheggiate anche in sosta vietata e nel non rispetto delle transenne poste a tutela: i fedeli anno dovuto disperdersi nella piazza ed il corteo si è ramificato con molteplici ostacoli per superare il tratto e continuare verso piazza Tempio Maggiore per rientrare nella Chiesa Madre. Dure e ferme sono state le parole di Don Enzo De Stefano prima della benedizione finale: scusandosi con i fedeli per aver perduto la pazienza durante l’intoppo logistico, si è rivolto con decisione verso l’amministrazione chiedendo che tali avvenimenti non si ripetessero più. Questo perché il comitato festa aveva precedentemente provveduto ad inoltrare al Comune la comunicazione circa le strade coinvolte dal percorso professionale e non aveva ricevuto né alcun contravviso dell’impraticabilità di via Rapolla, né era stata garantita la libertà di piazza Di Donato magari anche attraverso la presenza di alcuni agenti di polizia Municipale. Una situazione che non si dovrà più ripetere, ha sottolineato don Enzo prima della conclusione anche a nome di Don Ranieri Picone.

Il nervosismo, ad ogni modo, è scemato già dopo poco e l’incomprensione tra parroco e amministrazione sembra essersi sanata in modo amichevole. Si spera nella promessa che eventualità tali non si ripetano.

Guarda le foto scattate da Biagio Venezia

E-mail Stampa PDF

Commenti  

 
#2 Enrico 2011-06-21 07:34
Sentite, i vigili ad Atripalda non servono a niente. Ad ogni modo, se lo sparo fosse un po' ritardato (magari dopo la benedizione in chiesa) sarebbe tutto molto più organizzato. Non credo che ai Santi interessino gli spari...
 
 
#1 FEDELE 2011-06-20 21:12
IL PULPITO VIENE USATO PER LA LITURGIA E PER LA PAROLA DI DIO E NON PER ECCEPIRE SULLA POCO PROFESSIONALITA ' DEGLI ALTRI. SAREBBE STATO PIU' CONSONO IN QUELLA OCCASIONE CARO PARROCO RINGRAZIARE VISTA LA GENTE PRESENTE A CHI SI E' PRODIGATO PER LA RIUSCITA DELLA FESTA E A CHI AVEVA PURE PENSATO ANCHE A PREPARARE IL PASSAGGIO LUNGO LA VIA RAPOLLA CON DELLE TRANSENNE. IL RICHIAMO ANDAVA FATTO SINCERAMENTE AL PROPRIETARIO DELLA AUTOVETTURA FORD FOCUS PARCHEGGIATA SULLA PIAZZA DI VIA RAPOLLA CIOE' A BUON INDENDITORE POCHE PAROLA A "CHI PREDICA BENE E RAZZOLA MALE.".