Giovedì, 09 Gen 25

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Il convento di San Pasquale sta andando in malora, l’appello di Enzo Angiuoni

L’imprenditore che nel ’98 finanziò il restauro della facciata e del campanile chiede al Comune di non lasciar morire l’edificio

L'intonaco si stacca con le mani

Vedere il convento ridotto in quello stato è stato per lui come ricevere un pugno nello stomaco: Enzo Angiuoni c’è rimasto davvero male quando ha visto che la facciata sta cadendo a pezzi e che le erbacce stanno ingoiando la struttura lungo il perimetro. Nel 1998 Enzo Angiuoni, coinvolto da fra’ Giacinto, finanziò non solo il restauro della facciata, ma anche il campanile e alcuni ambienti interni ed una targa davanti all’ingresso della chiesa di San Giovanni Battista è lì a testimoniarlo.

L’imprenditore tessile mancava da Atripalda da un anno, da quando, cioè, il convento è praticamente inutilizzato dopo che i frati minori hanno fatto i bagagli, abbandonando, di fatto, la struttura a sé stessa. «Non è possibile che un complesso del genere sia lasciato morire - afferma turbato Angiuoni -. Occorre intervenire immediatamente, altrimenti rimetterlo in sesto verrà a costare molto di più. L’intonaco della facciata si stacca con le mani, credo che il Comune abbia l’obbligo di intervenire tempestivamente. Per quanto mi riguarda, quando è stato necessario, non mi sono mai tirato indietro. E lo stesso ho fatto per la Chiesa Madre e per la Chiesa del Carmine. Ma la manutenzione va curata periodicamente altrimenti nel giro di pochi anni tutti gli sforzi saranno stati inutili. Non so perché qua, al convento, non c’è più nessuno ad occuparsene, ma qualcuno deve fare qualcosa».

Dopo un anno, quindi, pare che i propositi di non lasciar morire il convento non siano stati completamente centrati. Di sera c’è padre Lorenzo che celebra la messa nella Chiesa di San Giovanni Battista mentre la Gioventù Francescana ed i Boy Scout utilizzano gli ambienti interni per le loro attività. Ma se almeno questi ambienti sembrano essere minimamente curati, tutt’intorno cresce l’erba e le mura perdono l’intonaco. E se un anonimo benefattore si sta occupando del restauro dell’annessa cappella della Madonna, nessuno sembra più avere a cuore le sorti del convento nonostante tutte le proposte (il centro della Gifra Regionale) le rassicurazioni in proposito avanzate al momento della “diaspora” dei frati ed anche durante la celebrazione “d’innesto” di don Ranieri Picone”. Punto focale, ora è cercare di capire se ci sia bisogno di una sinergia tra le parti interessate. In ogni caso, di questo passo il cuore degli atripaldesi rischia di stringersi assieme a quello di Enzo Angiuoni e di cadere in pezzi assieme al secolare monumento francescano.

Angiuoni ha pagato i lavori di restauro

La targa testimonia l'impegno di Angiuoni

Dopo 13 anni è necessario intervenire

L'erba sta ingoiando l'edificio

Dopo l'addio dei frati nessuno si preoccupa

La cappella della Madonna è in ristrutturazione a spese di benefattori che intendono restare anonimi

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Commenti  

 
#2 magna magna 2011-07-24 15:06
caro Sabino i soldi ci sono stati sia per la piazza che su altre zone, i lavori fatti chi doveva SORVEGLIARE ha dato ok a questo SCEMPIO, vedi tutte le pavimentazioni e altri lavori eseguiti savì la conclusione è una ............... ...........perc iò non vogliono lasciare il POSTO DI COMANDO queste persone non hanno un briciolo di DIGNITà per tutto quello che hanno fatto e che continuano a FARE.
 
 
#1 sabino 2011-07-23 11:48
caro enzo, al di là dei proclami, questi non hanno okki per piangere. e se tu allargassi il giro delle tue passeggiate quando sei quì in atripalda ti renderesti conto dello stato in cui versano anche tante strutture pubbliche tipo parco delle acacie, la villa comunale, ecc ecc... senza parlare della piazza che è un monumento all'indecenza. non ci sono soldi e non ci sono strategie questa è l'amara verità. speriamo che se ne vadano tutti. un caro saluto a te.