Sabato, 28 Dic 24

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«Cacciato dalla Protezione civile senza un perché»

Il volontario Carmine Russo denuncia un clima di tensione

Si apre una frattura nel corpo di Protezione civile di Atripalda. Una serie di episodi ancora da chiarire sommati ad una ridda di voci che vanno rincorrendosi da qualche giorno a questa parte accanto alla “denuncia” che registriamo noi questa settimana gettano molte ombre su quella che da due anni a questa parte viene considerata come una delle “novità” più positive. In atto vi sarebbe uno scontro definiamolo “culturale” fra il coordinatore tecnico del corpo, Giancarlo Vassallo ed il delegato del sindaco Maurizio De Vinco sulle modalità di organizzazione e gestione del gruppo di volontari, una quarantina, almeno sulla carta. Bisogna rispettare le regole, le leggi, gli statuti per creare qualcosa che funzioni e soprattutto che resti nel tempo oppure non è necessario ma basta solo creare un po’ di ammuina sperando che magari si trasformi in consenso elettorale? Se non si scioglie questo dubbio di fondo è difficile trovare risposte alle domande che circolano e che, in particolare, cerca Carmine Russo, volontario di 42 anni, improvvisamente “ congedato” dal corpo dopo due anni di servizio: «Da circa un mese - esordisce Russo -, da quando ho avuto una discussione con De Vinco per ciò che si è poi rivelato un evidente malinteso nato da una falsa accusa, non sono stato più coinvolto nelle attività del corpo. E mi risulta che anche molti altri nell’ultimo periodo abbiano subìto lo stesso trattamento e forse anche lo stesso coordinatore Vassallo. Ho sempre dato la mia disponibilità e vorrei continuare a farlo perché mi piace impegnarmi nel tempo libero in qualcosa di utile. Purtroppo sto registrando una netta chiusura nei miei confronti e non riesco a spiegarmelo, così come non riesco a spiegarmi come mai è stata improvvisamente sostituita la serratura della sede di contrada Ischia negandomi la possibilità di accedere come prima alla struttura. Non ho intenzione di entrare in questioni che non mi competono e non mi interessa sapere chi ha o avrà la responsabilità del corpo, vorrei solo che qualcuno mi spiegasse per quale ragione non ne faccio più parte. Ho sempre svolto il mio compito con scrupolo e sacrificio e appena due mesi fa sono stato fra i pochi a frequentare anche il corso di primo soccorso quindi - conclude il volontario - credo di avere diritto ad una spiegazione». Fin qui Carmine Russo che si è deciso a far saltare il tappo da una situazione che potrebbe presto esplodere in maniera ancor più clamorosa se risultassero confermate le voci circa possibili iniziative di altri volontari messi ai margini del corpo, di avvicendamenti imprevisti, di risarcimenti mai accordati e, soprattutto, della vera ragione per cui i Vigili urbani, qualche giorno fa, si sono recati a casa del coordinatore Giarcarlo Vassallo per ritirare tutta la documentazione del corpo. «Mi è stato detto - riferisce Vassallo - che il materiale in mio possesso doveva essere preso in consegna dai Vigili e conservato presso il Comando di Polizia municipale. Si tratta per lo più di documenti contenenti dati cosiddetti sensibili, generalità, foto e titoli dei volontari che per rispetto della privacy custodivo personalmente in quanto responsabile del corpo non avendo la nostra sede i necessari requisiti che impone la legge in materia di custodia dei dati personali. Se c’è qualcuno che ritiene che la sede più idonea sia il Comando dei Vigili sono d’accordo, meglio così. Ma se ci dovesse essere un’altra ragione la ignoro perché seppure momentaneamente a riposo per ragioni di salute ho tutta l’intenzione di portare avanti il mio compito di costruzione del corpo di volontari di Protezione civile come ho fatto in altre realtà dove tuttora funzionano. Ho la sensazione, tuttavia, che ci sia un po’ di confusione, che si stia facendo l’esatto opposto di ciò che andrebbe fatto per costruire e gestire il corpo, che è una cosa molto seria e che si fonda esclusivamente sulla disponibilità a titolo gratuito che offrono i volontari, da non affrontare a proprio piacimento oppure mescolarla con la politica, a maggior ragione se la parte politica si antepone a quella sociale. Il gruppo non è né mio, né di nessun altro: è della città di Atripalda e la responsabilità è solo ed esclusivamente del sindaco. Se si continua a farne un discorso settoriale non si andrà da nessuna parte. So che c’è un diffuso malcontento e che sarebbe un controsenso se anziché favorire le condizioni per potenziare il corpo si preferisce non chiarire determinate situazioni. Non so chi abbia sostituito la serratura della sede e perché lo ha fatto, ma - conclude Vassallo - dovrà assumersene le responsabilità».

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