Le categorie sindacali firmano un documento congiunto per chiedere il ritorno delle bancarelle in centro. Intanto, la commissione consiliare sta per completare l’esame delle tre ipotesi
I rappresentanti delle categorie commerciali coinvolte nello spostamento del mercato sono scese sul piede di guerra minacciando l’addio alla fiera di Atripalda se tutte le bancarelle non torneranno nel centro. ConfCommercio, AssoCampania e UnImpresa, appoggiate da AssoCia, dal Comitato promotore del Referendum del 2004 e dal Movimento per la Difesa dei Cittadino, a seguito di una riunione svoltasi lunedì scorso, hanno sottoscritto un documento congiunto, inviato al sindaco Laurenzano ed alla Commissione consiliare preposta, e distribuito giovedì mattina durante il mercato, per ottenere un incontro urgente nel quale illustrare la loro richiesta di spostamento del mercato in Piazza Umberto I e dintorni. «Vogliamo che il mercato del giovedì torni nell’antica sede al centro di Atripalda - si legge nel documento - in modo da scongiurare il pericolo che muoia e che gli operatori si trovino costretti a spostare le proprie attività in paesi limitrofi già pronti ad attrezzarsi per accoglierli». La missiva porta la firma di Alberto Alvino (Comitato referendario), Pellegrino Bilotto (UnImpresa), Gerardo Iannaccone (AssoCia), Oreste La Stella (ConfCommercio) e Vincenzo Speranza (AssoCampania) con la sostanziale condivisione di Generoso Testa (Movimento per la Difesa del Cittadino), pronto, a sua volta, a stilare una propria nota in rappresentanza dei consumatori. I firmatari, assolutamente contrari all’attuale sdoppiamento ed alla eventuale definitiva delocalizzazione a Parco delle Acacie, hanno chiesto un incontro prima dello svolgimento del Consiglio comunale chiamato a decidere la sede del mercato. E non sono escluse ulteriori iniziative. Tuttavia i tempi della convocazione dell’assise municipale non sembrano ancora maturi. La commissione consiliare incaricata di individuare la possibile nuova sede del mercato settimanale, infatti, non ce l’ha fatta a chiudere i lavori entro il 30 ottobre, il termine stabilito nel Consiglio comunale del 22 luglio scorso e superato senza indicare né la data del Civico consesso, né l’accordo finale. Nelle ultime settimane, in particolare, si sono registrati alcuni ritardi, dovuti sia alla carenza di planimetrie e preventivi, sia alle udienze concesse prima a ConfCommercio, poi ad AssoCampania ed, infine, ad AssoCia, che hanno notevolmente rallentato il ritmo dei lavori della commissione. L’ultima riunione si è svolta lo scorso mercoledì e un’altra è stata programmata per questo sabato, ma con ogni probabilità ne sarà necessaria un’altra ancora nella prossima settimana. A conti fatti, dunque, il Consiglio comunale chiamato a stabilire una volta e per tutte dove sarà trasferito il mercato del giovedì dovrebbe svolgersi verso la metà di novembre. Tuttavia, se la commissione aveva il compito di arrivare ad una soluzione condivisa da proporre al Consiglio, sembra che l’obiettivo può già definirsi fallito dal momento che le posizioni di partenza non sembrano essere cambiate di molto. Anche perché, alla luce delle ultime valutazioni, i costi per rendere idonee ed attrezzate le tre aree esaminate (Contrada Santissimo, Piazza e dintorni e Parco delle Acacie con via San Lorenzo) sono molto simili fra loro, oscillando intorno ai 300mila euro e prevedendo tempi tecnici di realizzazione non inferiori ai tre mesi. In questa fase, però, si registra una forte spinta per una soluzione molto più economica e sbrigativa che prevede la delocalizzazione a Parco delle Acacie e via San Lorenzo realizzando esclusivamente le fognature mancanti per un costo inferiore ai 30mila euro. Ma i sostenitori della Piazza, fra cui tutte le categorie commerciali, sono rimasti della loro opinione ed è sempre più probabile che in Consiglio comunale si arriverà ad una conta all’ultimo voto. Il lavoro della commissione, però, resterà certamente prezioso dal punto di vista istruttorio, avendo messo insieme una serie di carte, conti e proposte che certamente favoriranno un confronto ampio e consapevole in Aula consiliare, che non potrà non tener conto degli effetti dell’articolo 11 bis della Legge 102/2009 (conversione del decreto anti-crisi) che subordina l'autorizzazione all’esercizio dell’attività di commercio sulle aree pubbliche alla presentazione al Comune da parte del richiedente del Documento unico di regolarità contributiva (Durc) entro il 31 gennaio di ogni anno. Intanto, mentre si discute e si ragiona, il mercato di Parco delle Acacie già va in… decomposizione. Giovedì scorso, infatti, un cassonetto stracolmo di pesce marcio, evidentemente risalente alla settimana precedente e non ritirato dagli addetti, ha emanato per tutta la mattinata un fetore insopportabile proprio davanti ad una bancarella di prodotti alimentari. La titolare dell’attività, che ha avvertito forti bruciori allo stomaco e nausea, ha protestato con i custodi del Parco e con i Vigili urbani ottenendo che il cassonetto fosse quantomeno spostato di qualche metro.