C’è molta indignazione per la lentezza dei soccorsi e degli interventi nelle contrade. Ad Alvanite è mancata l’energia elettrica per diverse ore
Dopo l’incredibile fioccata di questa notte, ormai da questa mattina non nevica più. Atripalda sì è svegliata coperta da circa 50-60 cm. di coltre bianca e ha dovuto fare i conti con una serie di difficoltà e disagi, superiori a quelli di ieri. Mentre si attende che da un momento all’altro il sindaco Laurenzano emani una nuova ordinanza di chiusura delle scuole almeno per lunedì (sulla scia di quanto ha già fatto il primo cittadino di Avellino) perché le previsioni non promettono nulla di buono né per domani sera, né per lunedì mattina, in città si registrano sensazioni contrastanti: la disperazione di chi è rimasto praticamente bloccato dalla neve e l’allegria di chi sta cogliendo l’occasione per divertirsi.
Forse solo fra molti giorni si potranno contare i danni ed i costi dell’emergenza. In particolare, ad aver sofferto di più sono state le famiglie residenti in periferia, a contrada Alvanite (rimasta, fra l’altro, senza energia elettrica per quasi tutto il giorno), a San Gregorio, a contrada Giacchi e così via. Per strada è facile incontrare (ma anche i commenti sul nostro sito e le opinioni espresse sui social network) persone indignate per l’inadeguatezza della risposta della macchina dei soccorsi comunale, insieme alla netta percezione che un vero e proprio Piano di protezione civile di fatto non esiste (nessuno h visto le montagne di sacchi di sale che servono per evitare la formazione del ghiaccio), sia perché il Corpo c’è solo sulla carta, sia perché gli amministratori sono “contati” a causa della crisi politica, sia perché il Comune è sprovvisto di mezzi e risorse adeguate. Fra i più indignati c’è anche Massimo Marrano, ex presidente del Comitato di quartiere Alvanite che ha scritto su Facebook: «I motivi delle mie dimissioni erano palesi all'epoca e certezze oggi. Nessuno si pone il problema e nessuno ne parla.... brucia il […] a molta gente ammettere "Marrano aveva ragione". La mia volontà politica e le mie capacità professionali le sto prestando ad una città che non mi appartiene ma che in tre anni mi ha riconosciuto più di quello che meritavo e per me va bene così. Stare zitti a volte vuol dire solo essere più intelligenti degli altri». Indignazione e preoccupazione è stata espressa anche dal consigliere La Sala.
Su internet, comunque, si è anche scatenata una vera e propria gara a pubblicare le foto più suggestive, visionabili nella nostra fotogallery.
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