«Dobbiamo riconoscere di non avere responsabili competenti in questo settore»
Caro direttore, cari concittadini,
stiamo assistendo ad una grave quanto efficace dimostrazione di inadeguatezza dei nostri sistemi e piani per fronteggiare un’emergenza meteorologica. Purtroppo nessuno di noi è escluso dalla verifica concreta e personale di questo incontrovertibile dato. Si tratta, come è evidente, di un’inadeguatezza di mezzi, di uomini, di strategie. Quest’ultima è forse la più grave. Il nostro è un paese che assiste spesso, almeno nella sua parte altimetricamente superiore, a fenomeni di questo genere. Certamente molto meno intensi e prolungati. Ma la nevicata invernale non è - come per alcuni comuni - né una sorpresa né una novità. Questo dovrebbe far pensare che la nostra comunità sia ben attrezzata per affrontare almeno questo genere di emergenza.
Evidentemente pensarlo si è dimostrato soltanto una pia illusione di tutti noi. La verità si è schiantata violentemente sui nostri volti e sui nostri tetti. Dobbiamo riconoscere di non avere responsabili competenti in questo settore. Certo, si dirà, anche le recenti lezioni “schettiniane” dimostrano che questa inadeguatezza e irresponsabilità abita un po’ ovunque. Tuttavia direi che i casi sono ben distinti e distinguibili.
Anche lo scorso anno abbiamo avuto dei grossi disagi dovuti a tempeste improvvise. Quest’anno avevamo il vantaggio sia di quella recente esperienza, ma soprattutto dell’informazione. Ci erano giunte avvisaglie a tempo debito. Tutte le fonti meteorologiche davano per prossima questa situazione. Evidentemente chi doveva non ha saputo prenderla nella giusta attenzione e considerazione.
Ma all’inadeguatezza dei mezzi, che è strutturale, e quindi la possiamo criticare solo parzialmente, si è aggiunta purtroppo quella ben più grave dell’impreparazione assoluta del personale addetto. E quella dei loro dirigenti e responsabili, che non hanno saputo mettere in atto i piani necessari. I fin troppi colonnelli e generali di questi settori non hanno saputo condurre le loro truppe alla battaglia.
Ma cosa ci insegnano queste banali storie di vita ordinaria sepolti nella neve?
1. Che il personale addetto deve essere formato prima di essere mandato “in trincea” a combattere, altrimenti non si muore solo per colpa del nemico, ma paradossalmente anche a causa del “fuoco amico”. Manovratori dei vari mezzi meccanici che sappiano usare quei mezzi (il che ho constatato non essere del tutto scontato) e che abbiano un programma definito e studiato, sulla carta, da persone competenti e capaci di risolvere situazioni emergenziali.
2. Che vi sia un adeguato coordinamento di forze, dirette possibilmente da una sola testa (in grado di ragionare…), coadiuvata dai vari responsabili dei settori specifici (acqua, elettricità, gas, strade, soccorso stradale, pronto soccorso, risorse ambientali e chi più ne ha più ne metta)
3. Che potremmo formare, noi cittadini, squadre di autosoccorso. Non possiamo (e non dobbiamo) assolutamente sperare che il sostegno pubblico (modesto e malissimo organizzato, come abbiamo visto) riesca da solo a liberarci dal fardello della neve incessante. Basterebbe, via per via, contrada per contrada, castello per castello organizzarci in piccole squadre attive nel soccorso delle persone più anziane, delle famiglie con bambini piccoli, di persone in precario stato di salute. Potrebbe diventare non solo un rimarchevole gesto di solidarietà reciproca, ma anche (perché no) un modo lieto di trascorrere queste inutili ore, invece che sepolti vivi nelle nostre case. Io sono pronto.
Un cittadino che ama il senso civico e quello di responsabilità
Antonio Cucciniello
Commenti
Sicuramente è mancata la collaborazione della cittadinanza, ma è mancata un organizzazione istituzionale dell'organo preposto: IL COMUNE! Ringraziamo il signore che è stata solo una nevicata, che ha comportato per lo più disagi, perchè se si fosse verifata qualche altra emergenza sarebbe stata disastrosa. Mi auguro di cuore che il Sindaco, i nostri tecnici comunali e gli amministratori facciano di questa esperienza un tesoro analizzando nello specifico cosa non ha funzionato.
a guidicare dal suo incedere, credo che si tratti di un ennesimo 'sfiato di trombetta' (definizione/pe rla di Lello La Sala), sotto copertura precaria (dato il tempo).
Nel merito, caro sfiatatore di trombette stonate, ti faccio notare che il piano di emergenza del comune, altro non è che un vuoto malloppo di generiche fotocopie, riportanti linee guida generali in tema di alluvioni, terremori e altre non meglio identificate calamità.
Ti prego di riportare, visto che hai accesso agli atti, il virgolettato del piano che definisce le azioni in caso di emergenza neve ad Atripalda. Sottolineo ad Atripalda, perchè andavano -e non sono state predisposte- individuate azioni precise e soggetti responsabili per ogni necessità chiaramente individuata e descritta nel dettaglio. Ripeto fino alla noia: senza scopiazzare, ma entrando nel dettaglio Atripaldese.
Caro soggetto sfiatante, è meglio ammettere le proprie lacune che tentare di difendersi, questa è una lezione che non avete ancora imparato, a guidicare dalla spocchia che caratterizza ogni vostro comunicato.
Invece di segnalare che i volontari della Protezione Lucia (come simpaticamente definita) sono pochi, dovresti interrogarti sul perchè la città e l'opinione pubblica vi ha rifiutato. Ti segnalo qualche elemento per riflettere: è stata voluta dall'ottimo assessore Bertolaso per fini esclusivamente elettorali. Non ha obiettivi, non ha mezzi, non ha strategie, non ha nulla che si possa definire di pubblica utilità in caso di necessità. Aiuta ad attraversare le strade o a bloccare il transito in occasione delle processioni; iniziative lodevoli ma non di protezione civile. Il mancato reclutamento e la scarsa partecipazione sono il frutto delle vostre azioni, non dell'apatia degli atripaldesi, che dimostrano disponibilità con altre associazioni (azione cattolica, misericordia ecc)
Per tua ulteriore conoscenza, ti segnalo che i Vigili Urbani non possono circolare "appesi" alle cabine delle ruspe, anche se ritengono di poterlo fare. E' vietato. Se vuoi te lo spiego in inglese. La motivazione non autorizza il superamento del codice.
In merito al COM, alla catena di comando, alle gerarchie chiare e funzionanti, ti segnalo -come detto- che mezzi pagati dai cittadini puliscono aree private. A noi non interessa chi li comanda, siamo determinati a cancellare i privilegi. Questo significa 2 cose: o sono stati comandati dal sindaco; oppure agiscono di propria iniziativa, superando le gerarchie. In ogni caso, siete in errore (...e non di poco, visto che sperperate danaro pubblico)
Non vorrei continuare, ti suggerisco di chiedere scusa alla città e a tutti quelli che si aspettano servizi dal comune. L'arroganza non paga ed è segno di profonda ignoranza
la mia intenzione era porre maggiore enfasi alle cattive abitudini dei cittadini, alle continue lamentele....io stamane mi sono svegliata e ho preso la pala per liberare la strada COMUNALE in cui abito (avellino) dalla neve!
e voi vi lamentate per un pò di neve accumulata davanti all'ingresso di casa.....suvvia ...BASTA POLEMICIZZARE
1)Il Comune è dotato di un piano di emergenza dal 1992.
2)Lo stesso è stato adeguato nel 2008 con un aggiornamento a seguito di direttive impartite dalla provincia.
3) Il settimanale "Il Sabato alcuni anni fa allegò queste direttive in forma gratuita in una sua edizione.
4) Atripalda
ha un gruppo comunale di protezione civile a cui possono partecipare tutti i cittadini, lo stesso è stato costituito a seguito di comunicazione pubblica, e i componenti sono quelli che vedi (più persone anziane che giovani)
5) Su 12000 residenti 40 persone iscritte
6) Nel piano sono segnalate persone abbisognevoli di cure, ma principalmente oggi vi è da dire che per motivi di privacy le stesse devono essere comunicate in forma riservata dai medici di base
7)La gerarchia di comando esiste con l'istituzione del C.O.C. ovvero con l'istituzione dell'UNITA' DI CRISI LOCALE che è costituita presso la sede del COC ed è formata dal Sindaco responsabile in primis della protezione civile dal responsabile dell'Ufficio Tecnico e dal Comandante della polizia locale. il C..OC. non è il C.O.M. il C.O,M. è il Centro operativo Misto di cui Atripalda è capofila di 14 Comuni dell'Hinterland .Con l'istituzione del C.O.M. il Centro è in contatto diretto con il governo Centrale (Prefttura e Provincia) perchè è munito di radio
8)Il Comune nel piano ha censito tutte le imprese locale i conosce i mezzi in dotazione;
9)I vigili urbani hanno dovuto coordinare la prima fase delle operazioni sulle pale in quanto ogni cittadino richiedeva l'intervento di spazzamento davanti ad ogni portone, per evitare il tuo 10 comandamento;
10)Nel piano è richiesta la collaborazione di tutti i cittadini la cosidetta "Autoprotezione " e autogestione dove è indicato ogni suggerimento per l'evenienza in caso di neve, terremoto, rischio idrrogeologico, rischio ambientale , rischio idraulico.Ovver o seguire le regole per ogni evenienza.
11) L'unica cosa che è mancata come sempre a Collaborazione .
12) Facciamo lavorare con tranquillità la macchina amministrativa, perchè se si si sono avute delle falle nel coordinamento centrale è ovvio che le stesse si sono riversate anche in quelle locali.