L’Arpac ha vietato di gettare i cumuli nel fiume, ora “parcheggiati” proprio sotto i suoi uffici. Ma il rischio inquinamento resta
Dopo l’emergenza neve ora gli atripaldesi si devono preoccupare dell’emergenza inquinamento… da neve. Gli operai hanno provato a toglierla dalle strade impraticabili, spostandola sui marciapiedi, poi il sindaco ha chiesto all’Arpac cosa farne. Da sabato scorso i mezzi noleggiati a carissimo prezzo hanno iniziato a ripulire la centralissima via Roma e Piazza Umberto I, soprattutto la zona pedonale. Man mano che i camion venivano riempiti di neve, si stabiliva di portare il tutto all’interno del parcheggio dell’edificio dell’Inail, che qualche anno fa ospitava l’ASL AV2, dove oggi ci sono solo gli uffici dell’Arpac, in procinto di trasferimento. Una decisione maturata nella giornata di sabato, quando, proprio il primo cittadino dava l’autorizzazione a riempire il piazzale antistante l’edificio, probabilmente dopo aver parlato a lungo con i responsabili dell’agenzia. Infatti, nella stessa mattinata, il primo cittadino era stato avvertito dall’ufficio dell’Arpac di tener presente che la coltre non poteva essere “gettata” nel fiume Sabato perché c’era il rischio di un’alterazione dell’ecosistema fluviale (abbassamento eccessivo della temperatura dell’acqua e alterazione chimica dovuta ala sale), ma andava stoccata in appositi spazi, dove poi si doveva trattare e filtrare. Con i mezzi carichi di neve (i camion hanno tariffe ad ore), la decisione è arrivata al momento, senza tener conto che proprio l’area scelta è abitata da alcune famiglie. E proprio i residenti, già sabato mattina, sono scesi nel piazzale per fermare i mezzi che continuavano a scaricare neve mista a sale e agenti inquinanti. Tra le persone che hanno chiesto l’intervento del primo cittadino anche la dottoressa Maria Alviggi, commercialista che abita e ha studio proprio nell’area scelta per lo stoccaggio. «Ho telefonato al sindaco chiedendo di interrompere immediatamente gli scarichi, ci ha risposto che avrebbe fermato i mezzi e che avrebbe tolto tutto il giorno dopo. Abbiamo avuto fortissimi disagi e anche danni economici, oltre naturalmente al fatto che ora il piazzale è impraticabile e pericoloso. Vedo bambini e giovani salire sui cumuli e giocare, ma dall’altra parte c’è il fiume senza alcuna protezione. È una indecenza, aspettiamo l’estate per vedere cosa c’è sotto tutto quel ghiaccio, forse anche l’immondizia». Si è formata una montagna di neve, proprio ad un metro dal Sabato, sotto le finestre degli uffici dell’Arpac, senza alcuna protezione dal suolo, nemmeno un telo di plastica. Dunque, il rischio inquinamento è lo stesso, visto che se la neve, mista a olii, combustibili, idrocarburi, cloruri, immondizia, non viene rimossa per essere stoccata si scioglie e finisce nel fiume, provocando un danno incalcolabile per l’intero ecosistema delle acque fluviali.