Il trasferimento verrà completato all'inizio del prossimo anno, ma la soluzione non è ancora definitiva
Il mercato del giovedì sarà, a partire dagli inizi del prossimo anno, accorpato fra Parco Acacie, via Ferrovia e via San Lorenzo, almeno in via provvisoria: questo lo scontato esito della decisione maturata in Consiglio comunale lunedì scorso, al termine di una seduta che non ha tradito le attese. Il clima incandescente, le forti pressioni, i nervi a fior di pelle ed un contesto socio-politico alquanto lacerato e avvelenato hanno prodotto il risultato che dopo quattro mesi di discussioni e cinque anni di provvisorietà, il destino delle bancarelle è ancora incerto. Il Consiglio, infatti, dopo cinque ore di dibattito, non è riuscito a mettere la parola fine, rinviando l’esame complessivo della materia ad una nuova commissione consiliare, accontentandosi per il momento di risolvere il problema dello sdoppiamento nato all’indomani del blitz dei Carabinieri a contrada Santissimo attraverso la riunificazione del mercato nell’unica area della città che, in un modo o nell’altro, è pronta ad ospitarlo da un giorno all’altro. L’unica cosa certa è che, con somma e comprensibile gioia dei residenti (espressa il giorno dopo con un manifesto anonimo), anche il resto del mercato lascerà contrada Santissimo e non vi farà più ritorno. E fra la Piazza e Parco delle Acacie ha prevalso, come facilmente intuibile alla vigilia, l’orientamento del Consiglio per la seconda ipotesi, deliberata da una maggioranza costituita dai ¾ dei consiglieri, con l’altro quarto che si è disperso fra la Piazza, l’astensione e l’abbandono per protesta. Il centrosinistra, nonostante le perplessità degli ex assessori Landi e Palladino, si è presentato in aula compatto sull’ipotesi Parco Acacie e, pur vacillando verso la fine, non ha mollato nonostante le rumorose pressioni di almeno un centinaio di spettatori, gli attacchi delle opposizioni (anche di chi si è poi astenuto o ha finito per votare Parco Acacie) e le richieste di rinvio della discussione. Anzi, il centrosinistra è riuscito ad incassare anche il voto, per la verità piuttosto scontato, di Moschella (anche se il suo eventuale passaggio nella maggioranza aprirà senz’altro un’altra crisi perché c’è una parte del gruppo che non è d’accordo e lo ha già fatto sapere al sindaco) e quello nient’affatto scontato di Iaione, il quale ha probabilmente costretto anche l’altro superstite del gruppo “Al Centro”, Spagnuolo dell’UdC, ad astenersi per non differenziarsi completamente dal suo capogruppo nonostante la sua decisa presa di posizione a favore del ritorno delle bancarelle in Piazza, il quale, a sua volta, ha creato un po’ di imbarazzo al consigliere indipendente Acerra, fermo, invece, fino alla fine sulla posizione della Piazza. Dunque, se il centrosinistra è rimasto compatto, lo stesso non può dirsi delle opposizioni, dove si sono manifestati quattro diversi orientamenti (due consiglieri favorevoli, uno contrario, uno astenuto e tre fuoriusciti), alcuni anche imprevedibili alla vigilia (il neonato gruppo PdL-AdC era nettamente orientato per Parco delle Acacie ma ha preferito abbandonare i lavori al momento della votazione perché non verrà garantita la viabilità lungo via Ferrovia). Irremovibile sull’idea del ritorno del mercato in Piazza, invece, il capogruppo del PdL, Prezioso. Su un solo punto sono sembrati tutti d’accordo e per questo è poi passata la temporaneità del provvedimento di delocalizzazione del mercato a Parco Acacie (che costringe, a questo punto, l’Amministrazione a non poter investire neanche un euro per tentare di rendere più idonea l’area individuata): lo studio relativo alla sistemazione delle bancarelle in Piazza era concepito in maniera tale (soprattutto perché avrebbe previsto la totale chiusura al traffico) da rendere oggettivamente impossibile immaginare di realizzarla. E per questo è stata anche prevista l’istituzione di una nuova commissione consiliare (formata dal sindaco e dai capigruppo) che avrà il compito di varare un nuovo regolamento del mercato (l’ultimo è vecchio di almeno 15 anni) per rimodulare i posteggi assegnati ai singoli ambulanti (la cui superficie negli ultimi anni è cresciuta di oltre il 20%), di prevedere prescrizioni più rigide e, soprattutto, di individuare, se c’è, un’area da attrezzare (dovrebbe essere grande, fra posteggi, viabilità e parcheggi, almeno 15mila mq., cioè quanto tre campi di calcio) per ospitare il mercato, non escludendo l’ipotesi di riconsiderare nuovamente la Piazza. Tuttavia, nonostante la temporaneità del provvedimento adottato dal Consiglio comunale, probabilmente il massimo che ci si poteva attendere alla vigilia, sia gli ambulanti che i cittadini presenti sono rimasti molto delusi dalla decisione assunta dal Consiglio perché speravano che, alla fine, la maggioranza cedesse alle loro pressioni (ma ogni altra ipotesi, esclusa quella adottata, avrebbe previsto un impegno di spesa di oltre 350mila euro). Gli ambulanti continuano a ritenere che il mercato lontano dal centro cittadino è destinato a morire perché scoraggia gli avventori; i membri del comitato “Largo Mercato”, invece, si preparano ad una raccolta di firme (ne servirebbero almeno 700) per richiedere un referendum abrogativo. Il tempo dirà di più.