I proprietari del fondo hanno bloccato i fondi ministeriali destinati al Veneto. Ieri summit al Comune, Barbarisi: A breve un nuovo decreto di esproprio
Ieri mattina al Comune c’è stato un incontro organizzato dal consigliere delegato alla Cultura, Raffaele Barbarisi, per fare il punto sul “caso Abellinum”. La dott.ssa Fariello e l’arch. Sessa della Sovrintendenza hanno aggiornato il sindaco Paolo Spagnuolo, l’assessore Giuseppe Spagnuolo ed i consiglieri Flavio Pascarosa e Raffaele Barbarisi (erano presenti anche l’ing. Aquino ed il geom. Roca) sottolineando che a breve dovrebbe essere emanato un nuovo decreto di esproprio. «Dall’incontro - ha dichiarato Barbarisi - è emersa la necessità che il Comune e la Sovrintendenza collaborino operando sinergicamente. È in via di definizione una nuova procedura di esproprio affidata ad una agenzia specializzata che speriamo abbia successo e consenta la riapertura del sito, sia per riprendere i lavori interrotti, sia per renderlo fruibile al pubblico. Da oltre un anno, ormai, gli scavi sono chiusi e secondo le stime della Sovrintendenza già si sarebbero registrati danni causati dalle intemperie e dalla neve per almeno 300mila euro. Da parte nostra, nel ribadire che il parco archeologico rappresenta per Atripalda non solo un notevole patrimonio storico, ma anche un’occasione di sviluppo economico, abbiamo offerto anche la disponibilità, se ve ne fosse ancora la possibilità, a costituire il Comune come parte lesa nel giudizio in atto dal momento che una quota dei finanziamenti, pari al 5% del totale, provengono dalle casse comunali. Nel frattempo abbiamo chiesto alla Sovrintendenza che almeno si avviino i lavori previsti in vico San Giovanniello rientranti nello stesso intervento complessivo».
Intanto, però, i proprietari del fondo, i fratelli Dello Iacono, stanno ancora portando avanti la loro battaglia a colpi di carta bollata riuscendo ad ottenere il pignoramento di 17 milioni di euro di fondi destinati al Veneto. Ecco il testo di un articolo pubblicato due giorni fa sul quotidiano La Nuova di Venezia:
Soprintendenze, musei, biblioteche e archivi del Veneto senza un euro e questa volta non per i tagli del governo, ma per un pignoramento concesso dai giudici, dopo che il ministero dei Beni e Attività culturali ha perso una causa giudiziaria. Quasi 17 milioni di euro, questa l’enorme cifra che i due fratelli campani, Giovanni e Mario Dello Iacono, pretendono dal ministero, e, almeno per ora, i giudici hanno dato loro ragione. Così, pur trattandosi di una vicenda tutta campana (i fatti riguardano un terreno e una casa colonica in provincia di Avellino, ad Atripalda, e la decisione è del Tribunale amministrativo regionale di Salerno) il loro avvocato ha chiesto e ottenuto il pignoramento dei finanziamenti che da Roma giungono a tutti gli uffici veneti dal ministero dei Beni culturali (soprintendenze, musei, biblioteche e archivi del Veneto).
Niente restauri e niente progetti, tutto bloccato a parte gli stipendi che, però, passano dal ministero del Tesoro e non da quello dei Beni culturali: soprintendenti e direttori attendono indicazioni da Roma, ma non nascondono la loro preoccupazione, anche se per il momento tutti attendono notizie ufficiali e soprattutto l’intervento dell’Avvocatura dello Stato di Venezia, che sicuramente presenterà ricorso contro il decreto con cui il giudice del Tribunale lagunare ha concesso il sequestro dei fondi fino al concorso della cifra in questione. La vicenda dura da anni e riguarda un terreno sul quale i due fratelli Dello Iacono volevano costruire tanto che avevano già ottenuto la licenza per farlo dall’amministrazione comunale. Ma, in quel terreno, erano venuti valla luce reperti archeologici nel corso delle operazioni di scavo. Le opere venivano bloccate dal ministero dei Beni culturali, ma le ordinanze venivano tutte annullate dal Tar della Campania, alla fine però il nuovo Piano regolatore generale modificava la vocazione edificatoria delle aree dei due fratelli.
Prima il Tribunale civile di Roma, nel 2008, poi il Tar di Salerno nel 2011 hanno condannato il ministero a pagare il primo 16 milioni e 395 mila euro per la perdita del diritto a edificare, il secondo 453 mila e 144 euro per la perdita della casa colonica che insisteva su quel terreno. Ottenuta soddisfazione davanti ai giudici, l’avvocato dei Dello Iacono, un legale veneziano, visto che il ministero non avrebbe versato un euro, ha scelto di avviare l’azione per il recupero della cifra affidandosi al Tribunale della sua città e così ha ottenuto il decreto dal giudice lagunare. Non sarà facile raggiungere quella cifra, visto che soprattutto a causa dei tagli del governo Berlusconi alla cultura in generale, soprintendenze, musei, biblioteche e archivi già da tempo godevano di finanziamenti ridotti, in questi giorni comunque neppure quelli arrivano. (g.c.)
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