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Il mercato non fa più gola 15 ambulanti hanno disertato

Molti titolari di attività dotati di licenza non si presentano da oltre quattro mesi, segno che venire a vendere ad Atripalda non è più un privilegio

Ai tempi dello spostamento del mercato settimanale dalla Piazza a Parco delle Acacie, molti sostennero che si stava “uccidendo” una fiera storica, facente parte di una tradizione rafforzatasi negli anni. Che snaturato e strappato alla cornice del centro storico di Atripalda, sarebbe morto lentamente di stenti. Una visione, questa, tralasciando gli strascichi legali affrontati dall’amministrazione Laurenzano, che trova conferma nella recente determina emanata dal Comune, nella quale si elenca una serie di venditori ambulanti alla quale è stata revocata l’autorizzazione di vendita durante il mercato di giovedì. Quello che maggiormente lascia stupiti, però, è la motivazione che ha portato il dirigente di settore ad estromettere i commercianti: l’assenza ingiustificata dal mercato per un periodo superiore ai quattro mesi previsti per legge. Nessuna espulsione per non aver adempiuto ad un dovere, dunque. Nessun provvedimento provocato da un comportamento errato. Semplicemente i commercianti hanno abbandonato il mercato di Atripalda, quello che, un tempo, era considerata la fiera settimanale per eccellenza, fiore all’occhiello per la città e centro nevralgico di compravendita per quasi tutta la provincia irpina. Ben 15 attività commerciali, intestate ad Anna Geremia, Gennaro Attrice, Vincenzo Amendola, Vincenzo Santaniello, Raffaele Ambrosio, Tommaso Ambrosio, Emilio Losanno, Pietro Carbone, Pasquale Losanno, Luigi Euterpio, Aniello Carbone, Aniello Pagano, Augusto Bruschi, Vincenzo Franzese e Vincenzo Onorato, dunque, non sono più interessate a raggiungere Atripalda per vendere le proprie merci, lì dove, non è difficile interpretarlo, sono venuti a mancare i presupposti presenti un tempo. Non è un mistero, infatti, che gli ambulanti siano molto scontenti della nuova posizione presso Parco delle Acacie, sacrificati tutti in uno spazio vitale decisamente più esiguo che in passato e avulsi dal fervido contesto cittadino. Per qualcuno, dunque, è parso meno dispendioso, anzi più conveniente, farsi da parte, preferendo mete alternative ad Atripalda, verso il napoletano o il salernitano. Fa specie, infine, che i 15 commercianti abbiano abbandonato il proprio posto al mercato senza comunicare nulla, come se la fuga tacita fosse il modo migliore per urlare il proprio malcontento.

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Commenti  

 
#7 Bix 2012-12-28 14:48
Ricordo la felicità nel passeggiare il giovedì mattina per le strade di Atripalda, guardare le bancarelle, fare due chiacchiere con gli amici, contrattare con gli ambulanti sul prezzo di un prodotto, fermarsi al bar a far colazione...un calore cittadino che non ritrovo più in questa città. Non mi riesco più a riconoscere nell'Atripada di oggi, è come se avessi smarrito l'idendità di cittadino, cosa sono? Un contribuente, un abitante, un censito, una statistica...co sa? Tutto o niente ma non più un atripaldese. La mia bella e cara cittadina me l'han portata via, la stanno uccidendo legislatura dopo legislatura e giuro che questo mi fa male perchè a questo paese, che forse amo più di quanto abbia mai voluto ammettere a me stesso, io tengo davvero! Spero che un giorno davvero ci si renda conto che le radici e la memoria storica valgono più dell'oro, perchè senza un'identità un uomo non è NESSUNO!!
 
 
#6 anonima 2012-12-26 11:57
mi fate soltando ridere questo e una citta' ke e finita nn ce intrattenimento x i giovani tt le sere e tt i fine settimana dobbiamo spostarci ad avellino non ce niente e un fallimento totale......... ......
 
 
#5 giovanni giannitti 2012-12-23 15:37
a volte anche il pogresso danneggia. si e pensato che il mercato in piazza fosse un luogo di molti anni e allora perche non cambiarllo. e stata una mossa sbagliata si pensava che situarllo in un.altro luogo fosse la cosa migliore. ma per chi non per i venditori e nemmeno per le persone che vi affluivano per fare compere. i paesani dicono che lasciano immondizia ovungue sara vero pero e una volta alla settimana io vedo che loro la lasciano ogni giorno pero pensano che la loro e una immondizia pulita.volete salvare la nostra tradizione riportate il mercato in piazza.io mi rivolgo ai paesani non a guelli aggiunti perche penso che guelli non sanno nemmeno cosa era il mercato di atripalda avete tolto la fiera degli animali io ero piccolo ma ricordo non fate cosi anche con il mercato. gianni ex commerciante
 
 
#4 peppo 2012-12-18 21:27
Il mercato ormai e' finito troppo dispersivo e poco organizzato per tipologia commerc. la gente e' disorientata.
Vai Paolo alla grande!
 
 
#3 sabino 2012-12-18 19:20
il paese sta morendo! E' sotto gli occhi di tutti e questo purtroppo non è una novità !
Se ci pensate bene questa è la cosa che fa più male, i tempi che vedevono il nostro paese pieno di gente il giovedi mattina è un bel ricordo (ormai).
Laurenzano ha avuto una grande responsabilità , e il sindaco attuale contro di lui spese belle parole, ed ora che è
primo cittadino ,non ha mosso ancora un dito per rispristinare l'antica fiera come andavo promettendo quando era consigliere d'opposizione.
La scuola politica di De Mita sta facendo effetto e cioè : promettere, promettere e ancora promettere, peccato che alla fine rimangano solo promesse!
Un vecchio detto diceva : chi vivrà vedrà per l'appunto spero che il Signore mi faccia vivere così a lungo per vedere tante promesse mantenute
 
 
#2 cappuccetto rosso 2012-12-18 18:44
Il taglio dato all'articolo fa capire che il sign Attilio Alvino sarebbe favorevole all'eventuale spostamenro del mercato in piazza per cui non è un cronista che commenta la notizia ma è il giornale che sposa una tesi. E' questa la funzione di un giornale che si definisce apolitico e apartitico? Spostare il mercato al parco delle acace è stato un atto politico e il Sabato non può sposare la tesi sostenuta dai commercianti che " tenino novantanove rifietti e a cora fracita". Il mercato dovrebbe essere una opportunità per i cittadini per acquisti convenienti, trovare offerte a prezzi diversificati, invece niente di tutto questo. Sembra che su alcuni prodotti facciano cartello. La contrattazione è diventata una bestemmia, questo è, prendere o lasciare. Che alcuni abbiano abbandonato niente male, si crei una anagrafe delle licenze e si faccia subentrare altri aspiranti. Si multi chi lascia la piazzola piena di rifiuti, cassette, plastica e immondizia di ogni genere. L'amministrazio ne non può correre dietro a chi non porta nessun utile alla comunità Atripaldese, anzi bisogna pulire lo spazio dopo ogni performance. E gli scontrini fiscali? Vogliamo proteggere una schiera di evasori in nome della tradizione? Sveglia!!!!!!!! !!! Siamo nel terzo millennio

***

Egr. "Cappuccetto Rosso", temo che Lei abbia del tutto frainteso il tono con il quale ho scritto l'articolo che ha commentato poiché in nessun passaggio può essere rivisto un mio personale giudizio su dove debba o non debba tenersi il mercato del giovedì. Tanto più, e La invito a rileggere il pezzo, che ho utilizzato perifrasi quali "lascia stupiti" o "fa specie", in riferimento ai motivi che hanno spinto gli ambulanti a disertare la fiera che, avrei ovviamente omesso se, per me, il Parco delle Acacie fosse una sede non idonea o mi fossi schierato in un senso o nell'altro.
Distinti Saluti
Attilio Alvino
 
 
#1 un cittadino 2012-12-18 18:08
che fine.