Lunedì, 06 Gen 25

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Accorpamento scuole, proposto l’istituto unico cittadino

La media dovrebbe aggregarsi al Circolo didattico, ma la decisione spetta alla Regione

Ancora incerto il destino della scuola media

Un istituto comprensivo atripaldese, che unisca scuola dell’infanzia, scuola elementare e scuola media. E’ questa la proposta inviata dal sindaco Spagnuolo all’assessore provinciale con delega alla Pubblica Istruzione Girolamo Giaquinto. L’intento è chiaro e fa seguito alle richieste della preside della “Masi” Medugno e a quelle del direttore didattico Parziale: mantenere gli uffici dirigenziali della media ad Atripalda, evitando un accorpamento con altri istituti dell’hinterland. Il diktat della Regione, d’altronde è chiaro: in provincia dovranno essere effettuati 44 accorpamenti perché le spese sostenute per l’istruzione sono troppo alte e Atripalda non può mantenere tutti gli istituti così come sono concepiti attualmente. Ecco perché, sollecitata da Palazzo Caracciolo, l’amministrazione comunale atripaldese ha formulato la sua proposta, in attesa che questa venga vagliata in Regione. Si tratta di una delle due possibilità (la più percorribile) per evitare lo scippo della dirigenza, anche perché la seconda prevedrebbe l’accorpamento della scuola media con il liceo scientifico. Proprio questa seconda proposta è venuta fuori da una riunione del Consiglio d’Istituto della “Masi” che ha discusso della questione con i genitori degli alunni e i docenti. Una soluzione, non dovesse passare la proposta dell’istituto unico, che appare però più come una provocazione che come una reale soluzione al problema dell’accorpamento e che difficilmente potrà essere seriamente presa in considerazione nelle stanze dei bottoni regionali. Il messaggio che si vuole far passare, infatti, è quello di “lasciar stare Atripalda” evitando alla città del Sabato lo smacco derivante dalla perdita della presidenza e l’accorpamento con realtà cittadine minori. La proposta di unire liceo e scuola media, infatti, sarebbe impraticabile per tre ordini di motivi: storicamente non si ricordano accorpamenti del genere sul territorio nazionale, sulla base dell’alta differenza di età tra gli studenti del primo anno delle medie e gli ultimi delle superiori; la problematica di tipo burocratico che vede la “Masi” sotto la giurisdizione cittadina e il “De Caprariis” sotto quella provinciale; la composizione delle rispettive rappresentanze d’istituto, per le quali la presenza degli studenti è prevista da un lato ma non dall’altro. In questo quadro, dunque, mantenere la presidenza ad Atripalda parrebbe obiettivo piuttosto complesso da raggiungere, soprattutto perché gli studenti che andrebbero a comporre l’istituto comprensivo cittadino supererebbero di gran lunga il limite consentito dalla legge che si ferma a 1200. La palla, ora passa alla Regione.

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