Chiesa madre gremita di amici e conoscenti per l’ultimo saluto al 77enne storico e studioso. La Sala: Atripalda gli deve molto. Iannaccone: Ha dato un senso alla sua esistenza
Atripalda questa mattina si è stretta intorno alla famiglia Colucci. In una chiesa madre gremita di amici, conoscenti, amministratori e cittadini, si sono svolti i funerali del prof. Galante Colucci, venuto improvvisamente a mancare la notte scorsa a causa di un arresto cardiaco. Il rito funebre è stato celebrato dal parroco don Enzo, affiancato da don Jean Claude e da don Gerardo Capaldo, storico direttore del settimanale “il Ponte”, con cui il prof. Colucci ha collaborato per 30 anni divulgando la storia e le tradizioni locali. E proprio la grande passione dell’ex insegnante di Educazione artistica è stata al centro del ricordo di don Enzo perché “la storia è maestra di vita e chi ama la storia ama la vita”.
La moglie Nella, i figli Giusy, Stefano e Michele sono stati confortati dall’abbraccio della comunità atripaldese a cui il prof. Colucci ha dato tanto, con le sue ricerche, i suoi studi e le sue “battaglie”. Don Enzo, poi, ne ha ricordato anche il lungo e costante impegno nella Confraternita del SS. Rosario, testimoniato anche nell’intervento di Gianni Iannaccone, priore della Confraternita di Santa Monica, in rappresentanza delle sette confraternite cittadine: “Galante, col suo impegno, ha dato un senso alla sua vita: interroghiamoci sul senso che ognuno di noi dà alla propria vita”. A prendere la parola è stato anche il prof. Raffaele La Sala, in veste di amico e collega di ricerche storiche, sin dagli anni ’70, quando nacque il Centro studi e ricerche: “Galante era il più tenace di noi e Atripalda gli deve molto. Il tabernacolo rinascimentale della chiesa madre, per esempio, dopo il terremoto dell’80 era andato perso, ma Galante, con la sua caparbietà, giorno dopo giorno, è riuscito a recuperarne tutti i pezzi e a restituircelo. Così come nessuno di noi potrà mai dimenticare quando il prof. Colucci si frappose tra le ruspe e gli edifici del centro storico danneggiati dal sisma per evitarne l’abbattimento e non cancellare la memoria storica. Oggi chiedo a Concetta, figlia del compianto Sabino Tomasetti, e a Giusy, figlia di Galante Colucci, di continuare la preziosa opera dei loro padri”.
Il “settimo” sarà celebrato lunedì prossimo, alle 17:30, sempre nella chiesa madre.