Mercoledì, 08 Gen 25

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A due mesi dal crollo del tetto la strada del castello resta ancora chiusa

I cittadini hanno chiesto un incontro con il sindaco, ma si attende ancora la risposta di tutti gli eredi Alvino

La strada chiusa provoca molti disagi alla circolazione

Dopo due mesi non ci sono novità sulla chiusura del tratto che collega via Serino con Contrada Cerzete in località Orto dei Preti, a due passi dalla stradina che porta molti pellegrini fino alla località “Preta ‘ra Madonna”. La via in questione che costeggia il castello dei Caracciolo, oggi proprietà della famiglia Alvino, fu chiusa dopo l’intervento dei Vigili del Fuoco di Avellino, a seguito della eccezionale nevicata del febbraio scorso. Il peso della neve infatti piegò parte del tetto che crollò all’interno, mentre sul muro esterno si intravedano delle preoccupanti crepe. Sul posto oltre ai vigili del fuoco c’erano anche alcuni tecnici e agenti della polizia municipale. La squadra dei caschi rossi chiese ed ottenne la chiusura immediata della strada di collegamento perché ritenuta pericolosa, indicando nella relazione non solo di emettere ordinanza di chiusura, ma anche di mettere in sicurezza il muro e lo stabile pericolante. La zona fu immediatamente chiusa al transito sia pedonale che veicolare, sono spuntati anche dei segnali, ma non a valle dove dovrebbe essere indicato a chi sale che la strada non è trafficabile e così si assiste da due mesi ad auto che provengono da Contrada San Gregorio che devono fare retromarcia una volta saliti fino al castello, fino a due metri dalla provinciale Via Serino. Non solo manca la segnaletica, ma dietro ai cartelli e lungo il tratto non c’è traccia della copia dell’ordinanza, ma pare che questa non sia mai stata pubblicata nemmeno all’albo pretorio online del Comune di Atripalda.

I cittadini residenti ed i commercianti del posto hanno provato nei giorni scorsi ad avere un colloquio sia con il primo cittadino che con l’ingegnere capo, chiedendo che al più presto si trovi una soluzione, in quanto i disagi sono tanti. Sembra che alcuni abbiano anche intenzione di mettere in piedi un comitato che segua tutta la faccenda, ma anche per chiedere una nuova perizia sia all’ufficio tecnico del comune, sia ai tecnici dei vigili del fuoco che hanno spinto per la chiusura. Inoltre, gli stessi hanno chiesto copia della lettera che il comune ha spedito a tutti i 47 eredi Alvino, dove si comunicava che a causa del crollo di una parte del tetto, la zona è stata isolata, dunque si chiedeva una immediata messa in sicurezza della loro proprietà. Sembra però che la lettera, anche se fosse stata scritta, non sia stata ancora spedita, a distanza di due mesi. Comunque dal terremoto dell’80 la situazione non è cambiata e pare che nessuno trovi il bandolo della matassa. L’edificio storico rappresenta un patrimonio, che va tutelato perché dichiarato monumento nazionale dal 1917, è anche giusto che chi di dovere intervenga, ma presto, prima che si chiuda anche la strada sottostante.

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