Mercoledì, 08 Gen 25

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Un anno fa si tolse la vita Pasquale Guanci

I parenti e gli amici veri lo hanno ricordato con una messa in suffragio. Il fascicolo della sua morte è stato archiviato

Pasquale Guanci

All’alba di un anno fa veniva ritrovato il corpo senza vita del dipendente comunale Pasquale Guanci, gettando nello sconforto e nel dolore l’intera comunità atripaldese. Mercoledì 8 febbraio alle ore 18:00, presso la Chiesa del Carmine, i fedeli e il parroco Don Ranieri Picone lo hanno ricordato con una messa in suffragio (l’Amministrazione comunale, sindaco in testa, era assente). Quella che per anni fu la sua chiesa, lo ha rievocato con una funzione e con tante preghiere, lui che per alcuni anni fu priore della Confraternita di Maria SS del Carmelo, dopo la scomparsa di Carmelo De Pasquale, rimasta orfana della propria guida, di quel riferimento che tutti i fedeli seguivano da anni. Proprio i fedeli della chiesa del Carmine e i tanti amici oggi lo ricordano, con affetto, si interrogano ancora su quel gesto che lo ha portato alla morte. Pasquale Guanci, 60 enne dipendente dell’Ufficio Tecnico del Comune, la notte tra il 7 e 8 febbraio scomparve dalla propria abitazione, a lanciare l’allarme la moglie Pina Di Gisi e i tre figli Nunzia, Gianni e Carlo, dopo il ritrovamento di una lettera indirizzata a loro nella propria abitazione. La lettera indicava ai familiari come  rintracciare alcuni vecchi risparmi e come proseguire il cammino di fede, di non accettare fiori e di pregare tanto per lui. Le ricerche purtroppo si fermano qualche ora dopo, quando alcuni colleghi allarmati e preoccupati rintracciano il corpo ormai senza vita presso la casa di famiglia in Contrada Civita ad Atripalda, a due passi dal cimitero. Pasquale Guanci si era tolto la vita, secondo gli inquirenti a seguito di una depressione scaturita nell’ambito lavorativo. Il fascicolo sul suo suicidio è stato aperto per settimane fino alla chiusura disposta dalla magistratura, anche se i familiari in un primo momento erano intenzionati ad approfondire le motivazioni che hanno spinto il congiunto all’estremo atto. Chi conosceva Pasquale non si è dato una ragione, proprio perché un uomo di fede, profondamente riservato e gentile, disponibile e altruista, non avrebbe potuto arrivare a tanto. Anche perché, nei giorni successivi, fu ritrovata una seconda lettera, presso l'Ufficio tecnico, nella quale il geometra precisava meglio le ragioni del suo stato di insoddisfazione lavorativa alludendo ad una mancata promozione. Il giorno della scomparsa di Pasquale era previsto il tradizionale falò, poi la festa organizzata in Piazza. I focaroni rinviati, in segno di rispetto verso l’amico, la festa prima rinviata e poi annullata. A distanza di un anno è la neve e l’emergenza a rinviare i falò e ad annullare la festa. Che coincidenza…

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