Giovedì, 09 Gen 25

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Quei rifiuti che “ingombrano” la città

In attesa del “porta a porta” che non parte, in strada si accumulano vecchi elettrodomestici

I rifiuti si accumulano agli angoli della città

In attesa di passare al ritiro dei rifiuti con il sistema più volte annunciato del “porta a porta”, la città diventa sempre più una discarica a cielo aperto, soprattutto per quei comuni “virtuosi” vicino ad Atripalda, i cui cittadini non disdegnano però di riempire i nostri cassonetti e i nostri marciapiedi con i loro rifiuti, talvolta anche altamente pericolosi come batterie, pneumatici, olii combustibili, rifiuti elettronici ed elettrici, che evidentemente i loro comuni non possono o non si possono permettere di poter smaltire, visti gli alti costi.

Il nostro comune produce e paga per lo smaltimento di oltre 6.300 tonnellate di rifiuti all’anno, di cui ci sarebbero però almeno 700 tonnellate che non sono prodotte da atripaldesi ma proprio da quei cittadini “virtuosi” dei comuni limitrofi che quotidianamente depositano nei nostri cassonetti. Il costo che sosteniamo noi atripaldesi è di circa 200mila euro in più all’anno. Servirebbe un po’ di controllo, ma, purtroppo, non c’è personale per coprire tutti i tratti della periferia dove vengono sversati i rifiuti. Togliere i cassonetti è inutile, visto che appoggiano i rifiuti direttamente al suolo. Sarebbe sufficiente toglierli da tutta la città, passare al servizio “porta a porta” e diminuire il danno. Basta guardarsi attorno per vedere pneumatici e batterie per auto e camion, vecchi televisori e frigoriferi, pezzi di arredamento e materiale di risulta.

Ma tra i rifiuti ingombranti ci sono anche molti apparecchi abbandonati da atripaldesi che non sanno a chi portarli. Per quanto riguarda i rifiuti ingombranti c’è la possibilità di contattare il centralino del Comune oppure il numero verde di Irpiniambiente per concordare il ritiro di materassi, pezzi di arredamento ed altro materiale che può essere appoggiato dall’utente direttamente vicino alla propria isola ecologica, saranno poi gli operatori ad occuparsi del ritiro.

Diverso è il discorso per i rifiuti cosiddetti RAEE, cioè quelli elettronici ed elettrici, come frigoriferi, lavatrici, televisori, che dovranno essere smaltiti dai distributori al momento dell’acquisto del prodotto nuovo. La procedura, infatti, prevede di consegnare la merce usata ai distributori, che sono tenuti a garantire il servizio a titolo gratuito, in  ragione  di  “uno  contro uno”.  Negli altri casi le utenze domestiche potranno depositare i RAEE dovranno essere consegnati ai centri di smaltimento autorizzati più vicini. Ma per il privato questo ha un costo di trasporto e di alcune decine di euro. Ecco perché si preferisce buttarli per strada. Molti comuni hanno aperto dei centri di raccolta autorizzati per venire incontro ai propri cittadini, ma i costi si sono rilevati altissimi e poi i centri si sono riempiti di apparecchiature provenienti da altri comuni.

Anche i cittadini di Atripalda sono rimasti spiazzati al momento di rivolgersi al Comune, gli addetti li hanno invitati a portare gli apparecchi direttamente ai centri di smaltimento, mentre per gli ingombranti come i materassi e mobili hanno fornito le dovute indicazioni. Il Comune, che da due anni circa annuncia l’inizio del “porta a porta” si è praticamente arreso, visto che ad oggi non ha più nemmeno un assessore di riferimento, cosa che blocca l’iter già avviato, ma a rallentare ancora di più la pratica c’è la possibilità che dall’anno prossimo ad occuparsi dei rifiuti sia proprio la Provincia di Avellino, che dovrebbe gestire anche gli incassi e le bollette. Staremo a vedere.

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