Di Paolo: Dirottati altrove fondi destinati all’economia cittadina
I librai di Atripalda non ci stanno e minacciano azioni legali. A parlare per tutti è il titolare della Libreria Di Paolo di via Aversa, sventolando una lettera-esposto, indirizzata fra gli altri alla Guardia di Finanza, timbrata e firmata dai titolari di altre due librerie (Via Roma e La Giostra), nella quale si sollevano forti dubbi sulla regolarità delle procedure di affidamento della distribuzione dei libri. «Il comportamento del Comune nei nostri confronti non ci è sembrato corretto - afferma Di Paolo – e nemmeno la procedura di affidamento diretto con distribuzione dei testi a scuola. Gli unici intestatari della cedola ministeriale sono i genitori, liberi di andare a ritirare i libri gratuiti nella libreria che vogliono, anche ad Avellino o in qualunque altro paese. A questo punto ci chiediamo: Chi firmerà la cedola al posto dei genitori? Verranno convocati uno ad uno per mettere la firma? E, se le cedole non saranno firmate, come farà il Comune a chiedere l’erogazione dei fondi scolastici? I 18mila euro ce li rimetterà il Comune?».
Perché nessuno di voi ha partecipato alla gara pubblica?
«Perché siamo stanchi delle promesse a vuoto. Negli anni passati avevamo avuto ampie garanzie sui pagamenti ed, invece, il Comune si è preso sempre la libertà di disattendere le promesse. I nostri fornitori aspettano al massimo due mesi per incassare il costo dei libri, il Comune, invece, ci rimborsava dopo sette-otto mesi. E non era più sopportabile. Quest’anno abbiamo chiesto di avere garanzie scritte sui tempi del rimborso, disponibili ad attendere al massimo la fine dell’anno. La risposta del Comune è stata la gara pubblica, aperta anche a fornitori e librai di Avellino, cioè un chiaro segnale di rottura nei nostri confronti».
Il Comune, però, vi aveva convocati alla fine di agosto per trovare un accordo: perché anche in quella occasione nessuno di voi si è fatto vivo?
«Quel giorno nessuno di noi è riuscito a lasciare la libreria per andare al Comune. Abbiamo chiesto uno slittamento, ma ci è stato risposto che non c’era più il tempo. E, siccome per le vicende del passato i rapporti col Comune non sono più idilliaci, si è creato un irrigidimento reciproco che ha portato la situazione al punto in cui è adesso. Tuttavia, è anche vero che dopo il fallimento della gara pubblica abbiamo cercato di avvicinare sia l’assessore Palladino che il sindaco Laurenzano, scoprendo all’improvviso che, nell’intanto, il Comune aveva già provveduto all’affidamento diretto della distribuzione ad una libreria di Avellino. La nostra curiosità adesso è: quali saranno i tempi del rimborso? Se dovessimo scoprire che, pur di avere i libri, il Comune ha dato garanzie diverse da quelle che era disposto a dare a noi, allora il dubbio che questa vicenda sia stata architettata per danneggiarci diventerà certezza. Una cosa però, secondo noi, è certa: non è questo il modo di amministrare i soldi pubblici, dirottando fuori dal nostro territorio fondi destinati in qualche misura ad alimentare l’economia cittadina».