Un’edizione ricca e scenografica che ha richiamato circa 40mila utenti da tutta la regione. Incrementato l’aspetto enogastronomico. Già impegnati circa 80mila euro
Un’ondata di freschezza ha caratterizzato l’edizione 2011 di Giullarte: Atripalda ha vissuto una tre giorni sul filo della follia tra arte, colori e tradizioni. I 70mila euro di fondi Por e Fesr giunti dalla Regione Campania, a cui se ne aggiungeranno altri 30mila dal Comune (che, intanto, ne ha già impegnati 80mila), probabilmente al lordo del ricavo del punto ristoro (circa 7mila euro), si sono concretizzati in musiche, colori, spettacoli materiali informativi e, soprattutto, atmosfera: la presenza di un gran numero di avventori (almeno quarantamila persone secondo le stime comunali) tra le serate di venerdì 2, sabato 3 e domenica 4 settembre sembra aver dato conferma della validità di alcune scelte distanti dal tradizionale trend. Se infatti Atripalda con le sue bellezze architettoniche e archeologiche è già autosufficiente a destare ammirazione, non si può negare che le ambientazioni ricreate sulla tematica della follia abbiano modificato l’interesse in stupore. Magari uno stupore “enigmatico”, ma pur sempre speciale. Come d’altronde è la follia.
E così, passeggiando tra la folla, la scenografia ha attratto gli sguardi più che in ogni altra passata edizione, partendo dagli immensi striscioni che accoglievano il pubblico proveniente da Via Fiume, passando per composizioni artistiche di cartelloni e candele lungo i percorsi, stazionando presso le piazze impegnate (Piazza Tempio Maggiore, Piazza di Donato, Vico piazza, Piazza Annunziata, Piazza Municipio, Retro Municipio, Vico La Torre, Vico Carlo, Vico San Giovaniello, Via Rapolla, Piazza Garibaldi) e giungendo ad ammirare le sceniche presenze degli scavi in piazza Garibaldi, in un’antichità trasformata nel parco giochi della follia, nella dimensione delle maschere dell’uomo nel corso del folle tempo.
Dall’alto, poi, lo scorgersi di una grande mongolfiera bianca nel mare di folla che l’attorniava: un’artista “Acrobatica sulla sfera” si esibiva sospesa a metri da terra… appartenente, neanche a dirlo, alla Compagnia dei Folli. E ancora sospensione in piazza Municipio dove gli equilibri, tra mimi e sipari colorati, correvano sul filo di “Performance di tessuti aerei e danze” dello spettacolo dal titolo Macerie e delle narrazioni di storie per bambini e marionette all’ombra del chiostro comunale.
Contrappesi e sproporzioni dunque, realtà e pazzia nella “Corte dei Miracoli” atripaldese: la Compagnia degli sbuffi ha voluto ricreare le atmosfere parigine di Pierre Gringoire (artista di strada del romanzo Notre- Dame de Paris di Victor Hugo) e con esse, inevitabilmente, “La follia ha preso forma”, per dirlo con le parole-slogan di questa sedicesima kermesse. Assenza di dimensioni e certezze anche nell’installazione artistica di Carmine Tranchese dal titolo DIPER-CEZIONI-ABRASE-ESMARRI-MENTI: un percorso d’arte, poesia e musica ricreando un mondo parallelo sin dalla scalinata d’accesso alla sala consiliare. L’impegno e la devozione dell’artista atripaldese hanno dato vita, con materiali completamente riciclabili, ad una sequenza di ambientazione impressionistiche e di forte percezione sensoriale, conducendo lo spettatore sulla lunghezza d’onda di un’arte che non si abbandona alle convenzioni ma che oltrepassa il senso comune delle parole per tradursi nel suono della poesia (letta dal vivo) e nelle immagini artistiche proiettate al culmine del percorso. Un’opera apprezzata da chi ha avuto la fortuna di visitarla, tenuto conto delle difficoltà nel raggiungerla data l’infelice posizione all’interno del palazzo comunale e l’impossibilità, nonostante le richieste dell’artista, di poterla tenere in piedi ancora per qualche giorno dalla fine di Giullarte.
Ancorati alla terra, invece, gli invitanti sapori della nostra Irpinia poiché quest’edizione di Giullarte sembra essersi molto concentrata anche e soprattutto sull’aspetto gastronomico: all’enogastronomia curata da noti ristoranti della città ed esercizi commerciali (La lanterna, Valleverde, Il fornaio, Vincenzo) è stata accostata “La via del gusto”, una via San Giovanniello colma di buongustai e di stand gastronomici profumati ed invitanti mentre l’azienda atripaldese Mastroberardino, dal palazzo comunale, provvedeva alla degustazione dell’ottimo vino “Radici”. Tra le botteghe artigiane e i portoni antichi aperti per l’occasione, la Pro Loco è stata attiva come ogni anno con le visite guidate susseguitesi per tutte e tre le serate e con numerose altre iniziative tra cui il concorso di fotografia dal titolo One click Giullarte: consegnando gratuitamente entro il 15 settembre la propria foto scattata durante Giullarte , si potrà partecipare alla prima edizione del contest il cui regolamento e modulo d’iscrizione è scaricabile dall’innovativo sito www.giullarte.it, nato quest’anno con il complessivo entusiasmo.
Una festa che si prolunga nel tempo tra apprezzamenti e critiche, come ogni aspetto della realtà. La manifestazione si è chiusa in piazza Tempio Maggiore con l’esibizione di tutti gli artisti della Compagnia degli Sbuffi.