Confermato il superamento dei limiti fissati dei parametri di Salmonella ed Escherichia Coli
Il nostro fiume Sabato muore avvelenato tra l'indifferenza di tutti i comuni e degli enti che per anni hanno beneficiato della sua presenza. Dopo l'ordinanza che vieta la captazione delle acque, è giunta inevitabile anche l'ordinanza di divieto temporaneo di pesca. Le analisi, condotte scrupolosamente dall'Arpac, hanno confermato la presenza nel fiume di microrganismi pericolosi. Dai campioni di acqua di scarico superficiale prelevati nei giorni scorsi, è stato rilevato il superamento dei limiti fissati dal D.M. 185 del 2003 relativamente alla presenza di Salmonella ed Escherichia Coli. I parametri sono così alti che oltre al divieto di captazione e prelievo delle acque per uso agricolo si è reso necessario estendere il divieto anche alla pesca e a tutte le attività legate al corso d'acqua. Infatti la Provincia, che ne aveva affidato la concessione alla FIPSAS, la Federazione Italiana Pesca Sportiva, ha ravvisato la necessità, urgente ed ineludibile, di vietare temporaneamente ogni attività nelle acque del fiume inquinato e avvelenato, relativamente al tratto che va da San Michele di Serino fino ad Atripalda, tratto che era anche interessato al ripopolamento ittico. L'ordinanza è stata trasmessa anche alla Provincia di Benevento, che ne ha esteso i termini anche al tratto del fiume di propria competenza. L'Arpac, intanto, continuerà i controlli per tutta l'estate, ma probabilmente solo una piena permetterà al corso d’acqua di ripulirsi, insieme ad un controllo e ad una sorveglianza più stretti che impediscano lo scarico abusivo di acque contaminate dagli allevamenti presenti lungo le sponde tra Serino ed Atripalda.