Giovedì, 09 Gen 25

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Il sondaggio: per i votanti il vincolo sulla Civita è giusto

I lettori online ritengono necessaria la tutela dei luoghi

Atripalda è scossa dal caso Abellinum ormai da settimane, da quando la sentenza del Tar di Salerno ha riconsegnato l’area della Civita contenente i reperti archeologici di un’antica domus romana alla famiglia originariamente proprietaria del terreno. Decenni sono trascorsi dai primi scavi, dall’identificazione del sito come il nucleo dell’antica città di Abellinum, dalle prime baruffe giudiziarie che poi si sono susseguite negli anni tra la Soprintendenza e la famiglia: oggi, nell’immobilità archeologica che caratterizza tutta Italia per mancanza di fondi, la questione si ripropone con forza sotto le minacce della scomparsa e della perdita (come il detto insegna, non si apprezza qualcosa finché non ci viene sottratta). Alla luce delle recenti vicende, dunque,  il sondaggio on line del ilsabato.com non poteva non raccogliere pareri sulla questione: “A circa 40 anni dai primi ritrovamenti, il vincolo imposto dalla Sovrintendenza su circa 250mila mq. di terreno fra via Manfredi e contrada Civita è ancora indispensabile?”. Un altro punto di vista, insomma, che non si fonda sulla maggiore o minore giustizia della sentenza, concetto al quale si interessa la Legge, ma che si apre ad una concezione più vasta, a quella del vincolo di edificabilità posto sui terreni ad interesse archeologico e nutrito dalla speranza di futuri, ma ancora economicamente improbabili, scavi. Il parere dei votanti virtuali, tuttavia, si è rivelato favorevole alla speranza: il 62,1% dei lettori ha dichiarato di essere favorevole perché su tutta la collina potrebbero esserci altri reperti; meno attento all’aspetto culturale e più a quello ambientale, invece, il14,7% che ha motivato il suo Sì “perché si evitano tentazioni edilizie”. Indirizzo opposto, invece, per l’8,4% che ritiene che con il vincolo sia stato solo impedito lo sviluppo della città sostenuto dal 7.4% secondo cui “gli scavi sono da tempo circoscritti”. Revisionista il 5,3% che afferma che “i reperti più importanti sono altrove”, mentre il 2,1% è favorevole al vincolo perché così la zona mantiene il suo spetto originario (senza prospettare, dunque, alcuna possibilità di evoluzione archeologica). Accesi anche i commenti sottostanti che hanno aperto un dibattito interessante sulla condizione dei proprietari a cui gli enti estromettono i terreni di punto in bianco in contrasto con le possibilità di sviluppo economico degli scavi per tutta la città (oltre agli indennizzi che i proprietari hanno ricevuto come conseguenza dell’esproprio).

Inevitabile, tuttavia, il cambio di tema: calda e recente è la notizia secondo cui “nell’area ex Siderderivati di via Roma saranno realizzati due edifici residenziali, ma l’impresa sarebbe disponibile a realizzare anche un ponte sul fiume”. Consequenziale sorge la domanda ai lettori: “Siete d’accordo?”

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