Un forte 75% di votanti virtuali avrebbero preferito le dimissioni: ma ora, cosa ne pensano?
C’è stata (e chissà se c’è ancora) aria di crisi nel Comune di Atripalda , più volte risolta, più volte smentita, lungamente discussa. All’origine, ormai a quasi un mese e mezzo di distanza, le dimissioni rassegnate una dopo l’altra da parte del nucleo decisionale e amministrativo comunale e il conseguente caos politico generatosi in comune. A risolverla, ormai pochi giorni fa, un rimpasto di giunta ed una diminuzione di deleghe.
A fronte della prima situazione, del putiferio che si è calmato solo per il breve periodo delle festività pasquali, inevitabile era giunta la domanda dell’ormai fedele sondaggio on line de ilSabato che ha chiesto ai suoi lettori virtuali di esprimersi su quale sarebbe dovuta essere la condotta del sindaco, fulcro incontestabile del dilemma, con la domanda: “Assessori e delegati hanno rassegnato le dimissioni dagli incarichi aprendo di fatto una crisi in Comune. Il sindaco cosa dovrebbe fare?”
Inutile dire che la grande maggioranza dei votanti ha espresso parere positivo sull’opzione delle Dimissioni Immediate raggiungendo una percentuale pari al 74,5 % e confermando un consiglio che, attraverso i commenti sui siti, sembra caratterizzare da tempo il mandato del sindaco. Più moderato, invece, il 13,8 % che aveva consigliato a Laurenzano di Chiedere la fiducia del Consiglio Comunale e sbrogliarsela da solo. A quanto pare, tuttavia, la scelta è ricaduta sulla preferenza espressa dal 5,9% dei votanti che consigliava di Operare un rimpasto di giunta, magari anche Chiedendo un sostegno alle minoranze come preferito dal vicino 4,9%. L’alternativa “Altro”, che a questo punto non diventa di facilissima interpretazione, ha convinto solo l’1% dei votanti.
A giochi fatti, invece, la domanda del sondaggio si trasforma da proposta a valutazione qualitativa delle scelte fatte: Il sindaco Laurenzano ha chiuso la crisi con un rimpasto di giunta e riducendo il numero di assessori: condividete la soluzione adottata? Tra le possibili risposte, una par condicio di positività e negatività espresse per gradi: l’assolutezza del Si, è la miglior soluzione, la necessità del Si, non aveva vie d’uscita, il dubbio del Si, ma la giunta è troppo sbilanciata, l’intransigenza del No, è una soluzione incomprensibile, l’arrendevolezza del No, perché non cambierà nulla e la categoricità del No,perché doveva dimettersi (sulla scia delle passate preferenze). Altro per chi non riuscisse a trovarsi comodo nei due estremi.