E' l'appello lanciato dal priore Gianni Iannaccone:Per riqualificare in toto la chiesa di San Nicola è necessario curare anche l’intorno. Ma dal Comune nessuna risposta
La richiesta è sempre la stessa da circa due anni: strappare Piazza Vittorio Veneto dalla sua funzione di parcheggio per renderla un punto pedonale e d’intrattenimento per tutti i residenti ed i bambini che abitano il quartiere, nel caso limitando l’accesso al solo scuolabus. Il parcheggio degli autoveicoli inibisce l’uso della piazza relegandola a tale funzione e costituendo altresì un serio pericolo per i bambini e i genitori che frequentano la scuola. Questo è il messaggio specifico che risulta dalla lettera inviata al sindaco Laurenzano, in occasione del convegno su Tomasetti, da Giovanni Iannaccone, priore della Confraternita di Sanata Monica, che ha in gestione la chiesa di San Nicola da Tolentino di Via Roma. Iannaccone fa riferimento al fatto che la richiesta fu già avanzata nel dicembre del 2010 e ancora prima ci si era attivati per un concorso d’idee: nessuna risposta, però, è mai giunta dal comune. Eppure, afferma Iannaccone, Piazza Di Donato ha avuto il proprio rinnovamento senza contare che l’intervento conferirebbe maggiore dignità e funzionalità sia al vicino edificio scolastico che alla Chiesa che a tutto quartiere. Proprio quest’ultimo, infatti, è privo di spazi di aggregazione sociale pur essendo il centro commerciale della città.
«Non si tratterebbe di interventi importanti e dispendiosi – spiega Giovanni Iannaccone – ma di un intervento di riqualificazione utile specialmente a fronte della recente ristrutturazione della chiesa. Inoltre, fu già delineato un progetto idoneo attraverso un concorso d’idee portato avanti dalla Congregazione due anni fa». In tale concorso, che si svolse nel maggio 2009, il sindaco Laurenzano presenziò la commissione giudicatrice composta dagli architetti Mario Gaeta ed Emilia Imbimbo. Visionati i nove progetti presentati, si giunse alla conclusione che il miglior progetto fosse stato presentato da due studenti del terzo anno della Facoltà di Architettura, di cui uno atripaldese. Da quel momento, però, nessuna idea ha spiccato il volo.