Nella città capoluogo assessore, rappresentanti di categoria e forze dell’ordine d’accordo sulla protrazione degli orari di chiusura dei locali notturni fino alle 3 del mattino
Dopo circa una ventina di interventi e di diverse richieste di chiusura da parte dei carabinieri di Atripalda i locali della movida Atripaldese hanno ammainato la bandiera della protesta e qualcuno ha anche abbassato la saracinesca per sempre. Le regole imposte da Testo unico sui pubblici spettacoli e dai mancati regolamenti comunali hanno in qualche modo penalizzato gli esercenti di quei locali che offrono al pubblico spettacoli e intrattenimento dopo la mezzanotte. Così mentre ad Atripalda gli esercenti si chiedono ancora come risollevare le proprie attività dalla crisi che li attanaglia, ad Avellino l’assessore al commercio Verrengia cambia le regole e ottiene un primo si dalla commissione, in attesa di certificare i nuovi orari e del parere vincolante della Prefettura. Il lavoro di Verrengia, chiamato in causa dal direttore di Asso Api Avellino, Rino Bilotto, va proprio in contro agli esercenti che hanno interesse a chiudere alle 3 del mattino e proporre spettacoli musicali fino all’una del mattino. I locali che vorranno proporre musica all’interno dovranno essere forniti di certificazione Arpac e di sistema di insonorizzazione. La delibera messa a punto dall’assessore di Avellino, parla di una scelta che non contrasta con le norme vigenti: “Infatti è proprio così - dice Verrengia - anche perché Avellino si fregia del titolo di città ad economia turistica. Inoltre la commissione, ha lavorato per adeguare le norme al decreto 59 del 2010 della Comunità Europea, sulla liberalizzazione atta a rilanciare il comparto commerciale. Crediamo che la protrazione degli orari fino alle 3 del mattino, sia la soluzione giusta per invogliare i giovani a restare in città anziché spostarsi fuori provincia, tanto è vero che la richiesta di spostare l’orario è partita proprio dai giovani e dagli operatori del settore che intercettano le esigenze dei frequentatori dei locali. Credo anche che questa opportunità possa creare anche nuove attrazioni per la città, Avellino può e deve diventare come tutti gli altri capoluoghi della regione, con un vero progetto per creare indotto e nuove opportunità”. In attesa della risposta dalla Prefettura, gli esercenti atripaldesi hanno già chiesto al Comune di Avellino informazioni in merito, nel tentativo di chiedere di allargare l’iniziativa anche alla città di Atripalda che di fatto, nel tessuto urbano è tutt’uno con il capoluogo, ma anche per sganciarsi dalle ordinanze del sindaco di Atripalda che secondo loro limitano e penalizzano a questo punto esclusivamente gli esercenti atripaldesi.