Mercoledì, 08 Gen 25

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La Sidigas restaura la memoria

Approvato in giunta il progetto da 50mila euro di recupero del monumento ai Caduti

L'ìnaugurazione del 1927 (Foto Amato De Napoli)

È stato approvato il 24 novembre, dalla Giunta Comunale, il progetto di Restauro del Monumento ai Caduti redatto dalla Soprintendenza per i Beni Ambientali, Architettonici, Artistici e Storici delle province di Salerno e Avellino ed i particolare dall’ufficio afferente al responsabile del restauro, Giuseppe Muollo. A sponsorizzare questo atto di manutenzione e valorizzazione dei beni artistici cittadini è la Sidigas che, la scorsa estate, si rivelò unica offerente nel bando di ricerca di una “Sponsorizzazione esterna” per le iniziative estive, Giullarte e il restauro del monumento. La cifra offerta, pari a 50 mila euro andrà a coprire tutte le operazioni di intervento che si svolgeranno su questa struttura commemorativa risalente al 1927 e testimoniante la sofferenza ed il coraggio dei caduti nel corso della Grande Guerra. A realizzarlo, lo scultore napoletano Raffaele Marino di Paolo, secondo le indicazioni del comitato organizzatore (ne da testimonianza lo stesso professore Galante Colucci), che creò un gruppo scultoreo in bronzo (sul piedistallo, ai lati), il basamento e il monumento in pietra. I segni di degrado ambientale sono ben visibili sulle sculture bronzee, sia quelle raffiguranti un soldato ferito che stringe al petto la bandiera italiana ed un compagno che lo sostiene, sia le figure simboliche laterali dell’Italia (con elmo e spada) e del Forte Irpino (falce e bastone): ad interessarle sono l’ossidazione e le macchie di ruggine che hanno prodotto chiazze di colore verde-azzurrino nonché la corrosione delle statue. Ci sono, inoltre, accumuli di sedimenti atmosferici, polvere e smog nonché parti pericolanti come la spada dell’allegoria italica. Gli interventi di restauro sulle strutture di bronzo dovranno essere, ovviamente, preceduti da una accurata analisi di laboratorio per accertare le reali condizioni del metallo e per avere un quadro complessivo del degrado. Stesse problematiche, oltre alla patina di inquinamento e polveri, colpiscono anche le strutture in pietra sulle quali sono presenti ingenti macchie da colata provenienti dai prodotti corrosivi del bronzo; muschi e licheni nonché fratture e microfratture determinate da cause atmosferiche.

Il processo di restauro dovrebbe avere una durata di due mesi durante i quali si provvederà alla pulitura meccanica e chimica del metallo, alla copertura con elementi protettivi ed anti-corrosione e, qualora che ne fosse bisogno, alla rimozione di alcune parti del monumento per poi ricollocarle dopo il rispettivo restauro. Non sarà prevista una recinzione del monumento e la pulizia riguarderà anche la struttura in pietra assieme alle stuccature necessarie ed all’applicazione di strati protettivi mirati a limitare i danni del clima e del tempo.

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