Martedì, 07 Gen 25

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23 novembre 1980, dopo trent’anni si celebra la memoria

Santa messa a Sant’Ippolisto, un minuto di silenzio e un manifesto per dare forza e speranza

La Chiesa madre sventrata dal sisma

Atripalda ricorda la paura e i danni del sisma del 1980: nessuna vittima ma un inevitabile senso di vuoto, terrore e precarietà. Martedì 23 novembre la città parteciperà alla cerimonia commemorativa in occasione del trentennale del terremoto attraverso la celebrazione della Santa Messa, alle ore 18.30, presso la Chiesa madre di Sant’Ippolisto. Richiesta dall’amministrazione comunale e celebrata da don Enzo De Stefano, inizialmente si era pensato di svolgere la funzione nella Dogana dei Grani, su sollecitazione della Soprintendenza ai beni culturali nella persona di Giuseppe Muollo (responsabile della Dogana). Questo per assistere parallelamente alla presentazione delle statue e dei dipinti restaurati nel corso di questi anni. Per questioni organizzative, nonché per la difficoltà di allestire un ambiente idoneo alla messa e all’accoglienza dei fedeli, è stato tutto spostato nella chiesa di Sant’Ippolisto che, del terremoto, porta ancora i segni.
Ulteriore cambiamento sì è registrato sull’orario: a causa di un incontro pastorale di tutta la Forania, presieduto dal Vescovo Francesco Marino, Don Enzo non avrebbe potuto presiedere alla celebrazione se non fosse almeno stata anticipata. A sbloccare la situazione è intervenuto il sindaco Laurenzano che, contattato direttamente il vescovo, ha ottenuto la possibilità che don Enzo fosse esonerato dall’incontro.
La celebrazione, dunque, si svolgerà normalmente ed è previsto, alle 19.34 (orario in cui si scatenò il movimento sismico) un minuto di silenzio in memoria di tutte le vittime irpine. Intanto, sulle cantonate di tutta la città, l’amministrazione ha provveduto ad affiggere manifesti commemorativi e di speranza a fronte di un evento che, seppur benigno in termini di vite ad Atripalda, ha generato terrore e shock tanto da condurre a morte per infarto, dopo dieci giorni, una anziana donna.
Alla commemorazione tocca risvegliare nella mente di tutti il senso di precarietà della vita ma anche una maggiore speranza per il futuro.

Il manifesto predisposto dal Consiglio comunale

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