Da gennaio il Comune non versa i fondi. Intanto, la struttura di Contrada Valleverde è di nuovo al collasso
La crisi ha travolto il canile di Atripalda, struttura che accoglie poco meno di 200 cani e gestita grazie al contributo dei volontari dell’AIPA. Alla fine del mese di gennaio, il presidente dell’Associazione Italiana Protezione Animali Angela Luongo, lanciò un accorato appello per salvare la struttura, già al collasso per il mancato pagamento, da parte del comune di Atripalda, di oltre 20 mila euro. Dopo che l’associazione si decise a rivolgersi agli avvocati per risolvere la faccenda, il Comune pagò la retta fino al mese di gennaio del 2010. Da quella data non c’è stato nessun intervento né visita da parte di un dipendente o amministratore del comune di Atripalda. Anche il sindaco si è tenuto ben lontano dalla struttura così come gli operai del Comune che erano stati incaricati di aggiustare una tettoia pericolante. Nonostante la convenzione sia scaduta da molto tempo, l’ultimo affidamento risale addirittura al 2005 e nessuno si è preoccupato di rileggere la convenzione, nonostante l’appello degli stessi volontari che sono a dir poco disperati. Il cibo e l’amore per i poveri cani certo non manca grazie all’immane impegno che viene profuso dai volontari dell’Aipa e dai fornitori che, nonostante non vedano soldi dal mese di gennaio, continuano a fornire le crocchette. Nessuno, neanche i veterinari dell’Asl, si è fatto vivo nei pressi del Valleverde nonostante i Nas abbiano messo sotto sequestro la struttura nella primavera del 2009. Il contributo del comune, che non viene elargito da gennaio, è pari di 3.750 al mese e serve a coprire solo le spese del cibo e del materiale per le pulizie: tutto il resto è a carico dei volontari e dei donatori che ogni anno non fanno mancare il proprio contributo.
Siamo giunti ad ottobre e, nonostante gli appelli lanciati agli amministratori, l’Aipa non riesce ad avere un incontro con loro per definire tutte le problematiche. Nei prossimi giorni la Signora Luongo si rivolgerà nuovamente ai legali di fiducia per riuscire ad avere almeno le rette arretrate, una goccia in un oceano, con la speranza che gli amministratori prendano a cuore la sorte del canile municipale.