I votanti si sono divisi sulle soluzioni da adottare nel periodo di sospensione della fiera. Adesso è scoppiato un “caso” fra Comune e Primaria: da che parte state?
Caso e caos: ecco il mercato di Atripalda. Una questione che è volata di bocca in bocca e di casa in casa; che ha coinvolto atripaldesi e paesi limitrofi, politici e cittadini, grandi e piccoli.
Un caos di ricorsi e contro ricorsi, appelli al Tar respinti, decisioni da prendere (o da non prendere) e attese, la più lunga delle quali è quella che si è registrata a partire dalla sospensione del mercato da parte del Tar di Salerno (a fine agosto) fino al recente ricorso al Consiglio di Stato, all’accoglimento ed alla salvezza del mercato. Che riprenderà.
Intanto però, nel periodo precedente al viaggio romano del sindaco Laurenzano, ci si interrogava su quale fosse la mossa più astuta da fare nell’attesa o quanto meno in sostituzione. Il sondaggio on line proponeva la possibilità di Prendere atto del provvedimento ed attendere l’esito del ricorso presentato dall’amministrazione comunale; oppure Firmare una ordinanza e far svolgere il mercato nell’area di Parco Acacie e via San Lorenzo sotto la propria responsabilità; ancora Spostare temporaneamente il mercato di nuovo nell’area di contrada Santissimo in attesa di sviluppi; oppure Sdoppiare il mercato: alimentaristi a Parco Acacie e non alimentaristi a contrada Santissimo. In ultimo effettuare ulteriori proposte da specificare nei commenti.
I suggerimenti cittadini si sono chiaramente indirizzati ad evitare la sospensione del mercato da un lato e dall’altro a non far gravare oneri troppo pesanti sulle spalle del primo cittadino: il 31,4% dei votanti, infatti, ha suggerito di ingannare l’attesa con il trasferimento a contrada Santissimo contro il 20,9% che auspicava una assunzione di responsabilità nel portare avanti il mercato in via San Lorenzo attraverso una ordinanza. “Mani in mano” (e cortei in strada), invece, per il pazientissimo 24,4% che ha suggerito l’attesa del ricorso contro il moderato 7% che proponeva la divisione tra alimentaristi e non.
Tra i commenti (oltre il leitmotiv delle dimissioni onnicomprensive) è stato suggerito l’utilizzo del Centro Servizi nonchè il trasferimento totale a Parco delle Acacie.
Il caos, oggi, è ormai un caso. Si è attesa febbrilmente la sentenza del Consiglio di Stato ed è arrivata all’alba di un nuovo giovedì di tumulti e cortei di venditori. A tal proposito, dunque, conviene attualizzare la questione e guardare al futuro.
Il sondaggio di questa settimana cambia completamente tema. Le scuole di Atripalda stanno soffrendo: calo d’iscritti, aumento dei tickets, caos libri e caos traffico, solo per stare alle questioni più calde, restituiscono una diffusa preoccupazione. E il clima non è certamente reso più sereno da una sorta di “incomunicabilità” che si sta disvelando nei rapporti istituzionali, in particolare fra la Primaria e il Comune. Subito dopo le “vacenze” estive è scoppiato il caso della mancata partecipazione degli scolari atripaldesi al Festival multimediale nel Centro servizi: colpa del Comune secondo la Scuola, colpa della Scuola secondo il Comune (ne riferiamo in altra parte del sito). La domanda è: da che parte state?
A voi, lettori multimediali, la risposta.