L'Ufficio tecnico sostiene che non sono mai state effettuate analisi batteriologiche, per l'Alto Calore non c'è pericolo: spetta all'Asl sciogliere il dubbio
L’acqua della fontana del prolungamento di via San Giacomo è oggetto di interrogativi. Tra diversi punti di vista sulla potabilità o meno dell’acqua sorgiva c’è sicuramente confusione: l’ufficio tecnico comunale sconsiglia di bere l’acqua della fontana perché non è certificata e non ci sono controlli; la fontana (di competenza dell’ARIN – azienda di risorse idriche di Napoli) non ha nessuna tubatura, infatti l’acqua della stessa è stata captata da una roccia quando sono stati avviati i lavori per l’acquedotto (l’acqua proviene da Serino e va verso la Puglia). La mancanza dei monitoraggi, inoltre, costituisce un altro punto a sfavore per la potabilità. Dopo un giro di telefonate, nessun centralino dell’ARIN. ha risposto (né quello di Avellino, né quello di Napoli); un dipendente dell’Alto Calore Servizi, contattato successivamente ha detto che l’ARIN delega altre ditte per i controlli ed ha rimarcato che tutte le fontane di competenza della ditta napoletana (quindi anche quella del prolungamento di via San Giacomo) sono potabili. Ora, però sorge il dubbio: il parere dell’UTC è discordante da quello dell’operatore. Le acque di pubblico interesse sono di competenza delle ASL e delle aziende incaricate della gestione: solo loro possono procedere al controllo dei campioncini. Per acqua potabile si intende l’acqua priva di microrganismi patogeni che possono raffigurare un rischio per la salute. 100 millilitri d’acqua non devono contenere assolutamente enterococchi, indicatori di contaminazione fecale, coliformi. L’inquinamento batterico (ammoniaca, nitriti e nitrati) è un altro indice di non potabilità. Il dilemma può essere soltanto sciolto dal parere dell’ASL. Ma la fontana non necessita soltanto della verifica della potabilità; è necessario anche procedere alla pulizia, di competenza del comune: manca praticamente la manutenzione minima ed essenziale. La fontana è oggetto di “occupazione” di orde vandaliche: i resti dei passaggi notturni sono ben evidenti. Infatti, oltre al lezzo maleodorante delle urine, si è accumulata nel corso del tempo la sporcizia; sono state abbandonate diverse buste dell’immondizia. Qualcuno, poco rispettoso delle regole del vivere civile, ha probabilmente scambiato lo spazio antistante la fontana come discarica “fai da te” e come “vespasiano”. Le scritte sui muri evidenziano la frequenza del luogo. A terra, oltretutto sono state abbandonate bottiglie di birra (vuote) e pacchetti di sigarette.