Sabato, 04 Gen 25

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Mercato, una lenta agonia

Dopo un mese dall’unificazione restano i problemi legati al parcheggio e alla viabilità, mentre alcuni ambulanti hanno deciso di lasciare

Alcune bancarelle già sono sparite

Chi va per la prima volta al mercato di Atripalda ha l’impressione che tutto sia provvisorio, una sistemazione di fortuna giusto per arrangiarsi, ma la realtà ci dice che l’esperimento di unire tutti gli ambulanti tra il parco delle Acacie e via San Lorenzo è destinato a durare a lungo poichè in quattro settimane non ci sono stati miglioramenti. Tra i banchi degli ambulanti qualcuno si diverte a pronunciare la frase tanto cara agli amministratori, che in ben tre note hanno tenuto a precisare che il mercato è gradito e che si registra sempre un’affluenza record. Qualcuno degli ambulanti replica: «Più che affluenza, direi influenza visto che alle 11 del mattino non c’è più nessuno».

Le bancarelle sembrano abbracciarsi tra le due sponde, in mezzo ci passa a stento una signora con la carrozzina. Dicono loro che le tende fanno da parasole, ma un mezzo di soccorso per passare deve attendere che tutti smontino le tende: chi deve controllare? I vigili sono lontani, alle 11 già non ci sono e ognuno fa quello che vuole.

Chi invece sta comodo con la propria tenda è sistemato nel parcheggio largo fiume. Ad occhio e croce sembrano mancare più della metà degli ambulanti. Ce ne sono pochi e sono quasi tutti spuntisti.

Ci dice uno degli ambulanti superstiti: «Oggi, molti non sono venuti poiché vengono da  lontano e hanno preferito abbandonare. Anche io, giovedì prossimo, resterò a casa: sono troppe spese da sostenere e dove siamo noi c’è poca visibilità, non conviene». Anche gli spuntisti, sistematisi al posto dei titolari, alle 11.30 hanno abbandonato la periferia del mercato e sono tornati a casa senza incasso. L’affluenza record tanto decantata nella prima giornata di inaugurazione è solo un ricordo. Mancano i parcheggi, manca la possibilità di portare i clienti fin dentro il mercato. C’è chi si azzarda a parcheggiare l’auto in Via Ferrovia, ad Avellino (per ora è terra di nessuno), e la strada è un caos: auto ferme, autobus bloccati, auto in seconda fila parcheggiate davanti all’ex macello, che resta chiuso al pubblico come resta un sogno l’idea della navetta.

«Ci penalizza la mancanza dei parcheggi - dice un altro ambulante che sta raccogliendo firme da inviare alla Regione per far chiudere il mercato di Atripalda – Si tratta del l’unico mercato con circa 300 ambulanti che ha un parcheggio per dieci auto. I nostri clienti sono massaie e pensionati che vengono con i bambini, non podisti o gente che pratica sport estremi. Con questo caldo si vorrebbe parcheggiare vicino al mercato e loro che fanno? Autorizzano il parcheggio a Contrada Santissimo: il mercato così è morto. Ho detto ai miei clienti che devono cambiare la merce di venire ad Avellino, o il martedì o il sabato: qua è meglio di no».

Anche gli alimentaristi sistemati al parco delle Acacie ora si lamentano, «Da quando siamo tutti insieme, le cose non vanno. Paradossalmente prima stavamo da soli e c’era il parcheggio libero per arrivare da noi, ora c’è tanta difficoltà e gli incassi calano».

La raccolta di firme procede di pari passo con le convocazioni dei rappresentanti degli ambulanti in Comune dove dicono «Chi non condivide, può andare via…»: qualcuno lo ha già fatto.

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