Sabato, 04 Gen 25

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Scorre sangue atripaldese nelle vene di Francesca Schiavone

Il papà della regina del Roland Garros ha una zia 84enne residente in città con molti cugini

Francesca Schiavone è stata la prima tennista italiana ad aggiudicarsi il prestigioso torneo

Sangue irpino e aria atripaldese hanno contribuito a far brillare la stella del tennis Francesca Schiavone, prima donna italiana a conquistare il campo francese (terra rossa) Roland Garros. È stata una gara intensa ed emozionante, durata un’ora e trentasette minuti, sul filo della rete contro l’australiana Samantha Stosur: la conclusione la conoscono tutti, con Francesca che stringe la coppa e la classificazione tra le prime sei tenniste del mondo.

Come accennato, dunque, è lecito che Atripalda assuma un po’ di merito, per lo meno per quanto riguarda la preparazione dei geni. Il padre di Francesca, Franco Schiavone, ha infatti origini irpine: per undici anni, dall’età di un anno a quella di dodici, ha abitato in una casa di campagna al confine tra Manocalzati ed Atripalda frequentando la vita e gli ambienti della cittadina del Sabato e conservando dentro se ricordi, immagini e valori che ha poi trasmesso anche alla figlia. Atripalda, da parte sua, ha conservato nel cuore delle sue strade una tifosa molto vicina alla famiglia Schiavone: Stella Cresta, con la suo ottantina d’anni, vive ancora ad Atripalda ed è la zia di Franco Schiavone, sorella della nonna di Francesca.

«Ho assistito alla partita con molto entusiasmo e, seppur non ne capisca molto, mi è parsa bellissima. A seguito della vittoria di Francesca ho chiamato mio nipote per congratularmi con lui ed è stato un piacere sentirlo poiché i nostri contatti, per lo meno telefonici, sono ancora fitti

La storia della famiglia Schiavone parte da Castelfranci e prosegue a Manocalzati nel periodo tra le due guerre mondiali. La nonna di Francesca era una casalinga ed il nonno lavorava presso una nota ditta avellinese prima di essere arruolato per la Seconda Guerra Mondiale e trarne solo una ferita ad una gamba. Prima del trasferimento a Milano, poi, la nascita del figlio Franco e la sua frequentazione delle scuole elementari e medie li ha legati alla città di Atripalda ed alla casa in campagna al confine con Manocalzati.«Quando Franco compì tredici anni- continua la zia Stella- si trasferirono al nord per motivi di lavoro e lì Franco ha conosciuto sua moglie ed ha aiutato la figlia a coltivare questa sua grande passione. L’ultima volta che sono andato a trovarli a Milano, più di vent’anni fa, era ancora in vita mia sorella e ho vivo il ricordo di Francesca: una bella bambina di sei o sette anni, vispa e curiosa ma, soprattutto molto intelligente.»

Come lo è stata in questa grande impresa sportiva.

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