Meno del 10% si è dichiarato favorevole, il 40% punterebbe sull'alleanza col PD ed il 50% sarebbe per prendere le distanze dai poli
L’alleanza politica che ha consentito di ribaltare prima il governo provinciale e poi quello regionale ad Atripalda non funzionerebbe: questo il risultato più evidente del sondaggio lanciato la scorsa settimana e votato da 313 lettori. Infatti, alla domanda: “Alle prossime elezioni Comunali del 2012, l’Unione di Centro di Atripalda dovrebbe allearsi con il Partito Democratico, con il Popolo della Libertà o correre da solo?” solo il 9,3% (29 voti) ha risposto che sarebbe favorevole ad un accordo fra l’UdC ed il PdL mentre l’altro 90% è diviso fra chi punterebbe deciso ad un’alleanza col Partito Democratico (39,3% con 123 voti) e chi esclude entrambe le opzioni (51,4% con 161 voti), in questo caso con il 28,4% (89 voti) che sarebbe favorevole ad una corsa solitaria ed il 23% (72 voti) che sperimenterebbe altre soluzioni (una lista civica trasversale?). Insomma, almeno stando all’opinione dei votanti del sondaggio (e stavolta non abbiamo elementi per ritenere che il risultato non possa ritenmersi credibile), l’UdC è chiamato a non cedere alla tentazione di un’alleanza che altrove si è rivelata vincente, ma preliminarmente a verificare le condizioni di una soluzione fuori dai poli, magari allargandosi alla cosiddetta società civile, oppure tentare di recuperare le ragioni di un sodalizio spezzato nel 2007, alla vigilia della fondazione del Partito Democratico. È, infatti, indubitabile che la gran parte di chi oggi ad Atripalda si riconosce nell’UdC proviene dall’esperienza del centrosinistra e dell’Ulivo in particolare. Tuttavia, quest’ultimo dato è leggibile anche al contrario, ovvero nel desiderio dei sostenitori del PD di arrivare ad un accordo con l’UdC, desiderio che i sostenitori del PdL, invece, non avvertono particolarmente (e ciò balza agli occhi molto nettamente). Evidentemente, dunque, nel centrodestra c’è chi è convinto di avere i numeri necessari per fare a meno dell’alleanza con l’UdC. Stando ai commenti giunti, tuttavia, sembra che a destare un certa attenzione sia l’eventualità che possa formarsi una lista civica trasversale, attingendo alle migliori risorse disponibili sia nell’ambito dei partiti che della società civile. Insomma, una lista che non avrebbe il problema di scendere a patti con i partiti, di sottostare alle stanche liturgie che accompagnano ogni appuntamento elettorale, di non subire imposizioni o scelte calate dall’alto, di concentrarsi esclusivamente sul lavoro di programmazione ed, eventualmente, di azione amministrativa. E più d’uno si è anche esercitato nella composizione di una “formazione dei sogni” mettendo insieme vecchio e nuovo, destra e sinistra, laici e cattolici, professionisti e politici e così via.
Accantonando per il momento la politica, sulla quale contiamo di tornare non appena nel Partito Democratico si saranno scoperte tutte le carte, per verificare l’orientamento dei votanti sulle decisioni che si andranno ad assumere rispetto all’imminente congresso cittadino, questa settimana volgiamo lo sguardo sulla stretta attualità, che restituisce una impressionante serie di episodi di cronaca: bottiglie incendiarie, decessi per droga, prostituzione, intimidazioni a colpi di pistola, vetrine sfondate, auto rubate e date alle fiamme. Probabilmente si tratta solo di una incredibile e casuale successione di fatti, tuttavia si sa che alcuni fenomeni rappresentano la principale attività delle organizzazioni criminali (droga, prostituzione, racket, gioco illegale) e, perciò, abbiamo ritenuto, nel sondaggio in corso, di porre il seguente quesito: “Secondo voi Atripalda è colpita dall’infiltrazione di organizzazioni malavitose di stampo camorristico?”. La domanda scotta, ma la realtà la impone.