Partecipazione straordinaria: alla fine l'ha spuntata Strumolo (31%) su Capaldo (30,1%)
La Democrazia Cristiana, la Palladino e… Peppo Nazzaro si sono “aggiudicati” l’ultimo esplosivo sondaggio pubblicato sul nostro sito internet www.ilsabato.com: “Chi è il sindaco che vorresti?”. Nei dieci giorni di apertura, infatti, si è registrata una clamorosa corsa al voto, che ha dato vita ad appassionanti testa a testa fino all’ultimo minuto: 3.016 visite, 1.549 voti e 84 commenti sono i numeri più significativi del sondaggio che, alla fine, ha incoronato “sindaco” Attilio Strumolo (31% con 480 voti), seguito a ruota da Gerardo Capaldo (30,1% con 466 voti) e, con un po’ più di distacco, da Raffaele La Sala (16,2% con 251 voti) fra i dodici nomi proposti (di più non potevamo inserirne e la scelta è stata dettata esclusivamente dal criterio di rappresentanza delle aree politiche e civiche cittadine) tutti e tre figli politicamente di “mamma” DC. A seguire troviamo i nomi di Laurenzano (8,7%), Spagnuolo Paolo (4,6%), Tomasetti (3,9%), Spagnuolo Geppino (1,9%), Iannaccone e Prezioso (1%), Aquino (0,8%), Capozzi (0,7%) e Iaione (0,3%). Ma i votanti hanno anche indicato, con una certa forza, almeno altri due nomi sui quali si sono registrate significative convergenze: la consigliera comunale Nancy Palladino e l’ex titolare di un pub cittadino Giuseppe Nazzaro, per gli amici Peppo ’o straccione. Nei primi cinque giorni del sondaggio la Palladino ha rappresentato l’alternativa più ricorrente ai nomi proposti, anche come simbolo di un genere, quello femminile, imperdonabilmente non contemplato nella rosa suggerita (ma i commenti hanno fatto giustizia) pur considerando che non capitato poi così di rado avere un sindaco donna (Rega lo è stata dal 2002 al 2007 e, ancora prima, De Simone dal 1992 al 1993). Negli ultimi giorni, invece, complice anche il tam tam generato sul social network Facebook, si è prepotentemente affacciato il nome di Nazzaro, evidentemente simbolo di una comunità non solo virtuale che da un lato forse non ama particolarmente la politica, ma dall’altro forse comincia ad osservarla con più attenzione.
Naturalmente è evidente che si è trattato di un gioco, piuttosto divertente, chiaramente condizionato dai trucchetti che i browser (l’applicativo che fa accedere ad internet) consentono senza che nulla lo possa vietare (a meno che non si effettuino sondaggi rivolti esclusivamente a utenti registrati) per far crescere lo score di una risposta da un unico accesso alla rete. Un sondaggio, quindi, certamente falsato nei numeri (e lo possiamo affermare senza tema di smentita perché abbiamo costantemente monitorato l’andamento delle preferenze), ma molto significativo per un’altra serie di aspetti, soprattutto quelli emersi in fase di commento (per chi non li avesse letti, consigliamo di farlo perché molti sono davvero interessanti o divertenti). Scorrendo i vari post (in molti casi inviati dalla stessa postazione con identità diverse) vengono fuori una serie di osservazioni, a volte contraddittorie, a volte provocatorie, a volte interessanti. Contraddittorie perché mentre c’è chi soffre di nostalgia, c’è anche chi addebita proprio alle passate gestioni le attuali ragioni di delusione; provocatorie perché si accreditano soluzioni quantomeno originali o figlie di comunità virtuali (un fenomeno non più trascurabile), evidentemente per bocciare senza appello l’attuale sistema di selezione della classe dirigente; interessanti perché suggeriscono personalità estranee alla politica praticata, di provata capacità professionale e probabilmente più idonee a gestire una difficile situazione economico-sociale come quella attuale (Mastroberardino, Della Sala, Parziale, Barile, Sica e altri che potrete leggere sul sito).
Restano, infine, due dati osservabili: l’alto grado di competizione politica, con ognuno che cerca di imporre i propri riferimenti, e, al confronto, lo scarso interesse per i temi di attualità suggeriti in passato. La forma, insomma, continua a prevalere sulla sostanza e la selezione più che sui contenuti si fa sulle appartenenze. Tuttavia, siccome l’argomento sembra piuttosto caldo, questa settimana abbiamo lanciato un altro sondaggio politico (già partito bene): “Alle prossime elezioni Comunali del 2012, l’Unione di Centro di Atripalda dovrebbe allearsi con il Partito Democratico, con il Popolo della Libertà o correre da solo?”. La posizione dell’UdC, infatti, così come accaduto nelle recenti elezioni provinciali e regionali, è risultata alla fine decisiva per la vittoria e non si fa fatica ad immaginare che questo sarà il leit motiv che caratterizzerà la lunga vigilia elettorale delle prossime Comunali (previste fra due anni). Pur con la dovuta prudenza, è, naturalmente, il tentativo di introdurre nel dibattito politico anche l’opinione di chi generalmente non vi prende parte, per registrare gli umori, per imprimere un’accelerazione per “sgamare” strategie e per immaginare anche soluzioni diverse da quelle fin qui immaginate (alleanze trasversali, liste civiche e così via).
In conclusione, siamo stati in debito finora del commento sul sondaggio che riguardava i Vigili urbani e la lite di qualche settimana fa e che prendeva spunto dalla paventata intenzione del sindaco di assumere provvedimenti disciplinari (non più assunti). Litigi e scaramucce, si sa, sono all’ordine del giorno in ogni ambito, da quello familiare a quello lavorativo. Le ragioni possono apparire valide o meno a seconda dei punti di vista, del coinvolgimento o della simpatia e perciò peccare di relativismo ma, ad ogni modo, sembra sia sempre meglio cercare di evitare gli scontri. Questo, per lo meno, è quanto si riscontra dai risultati del sondaggio. Nettamente superiore la percentuale dei votanti (in totale 87) che, a quanto pare, propendono per una convivenza pacifica e armoniosa considerando come non proprio corretto il comportamento degli Agenti di Polizia Municipale, specialmente se in servizio e in luoghi istituzionali. Votanti on line, dunque, che per il 63% si è ritenuto favorevole al fatto che la questione non venga ignorata dal sindaco e che gli agenti coinvolti in tali umanissime e molto comuni manifestazioni vengano richiamati all’ordine proporzionalmente alla gravità, o alla non gravità, di quanto accaduto, per il 31% contrario e per il 6% in dubbio.