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Civita, fra danni ed esproprio si lavora all'inventario (guarda il video)

Ad un anno e mezzo dalla chiusura, Abellinum "rimbalza" ancora fra Procura, Ministero e Sovrintendenza. I reperti stanno per essere trasferiti nei locali interrati della scuola primaria

Gli scavi sono chiusi da un anno e mezzo

Caso Abellinum: i danni al patrimonio culturale risultano essere notevoli. La stima è stata presentata in Procura all’incirca due mesi fa. Dopo il sequestro preventivo dell'area, gli esperti si sono messi al lavoro per calcolare i costi per il recupero del sito archeologico. Si parlava di 300mila euro, chissà questa cifra quanto sarà distante dalla stima che è stata presentata. A darne conto è la funzionaria responsabile della Soprintendenza ai beni archeologici e culturali di Avellino, Maria Fariello insieme all'architetto Matteo Sessa. «La stima è stata inoltrata – assicura la Fariello – il tecnico della Soprintendenza assieme all’esperto nominato dalla Procura, il professore Zevi, dopo il sopralluogo hanno proceduto a quantizzare i danni». L’architetto Sessa ripercorre la vicenda: «Quando hanno dato mandato alla dottoressa Fariello di essere custode giudiziario, siamo riusciti ad entrare nel sito ed il Procuratore ci ha detto di mettere subito in sicurezza l’area. Certo il procedimento del restauro è una cosa abbastanza delicata, si utilizzano dei prodotti specifici di protezione. Le intemperie comunque fanno danni. Adesso abbiamo messo in sicurezza il cantiere, anche la Domus, quindi i danni vanno man mano scemando. Il problema è che i danneggiamenti maggiori sono avvenuti quando c’è stato il fermo del cantiere perché i proprietari sono entrato in possesso del sito, grazie alla sentenza del Tar di Salerno. La nevicata dello scorso anno ha creato veramente problemi al sito archeologico». Per quanto riguarda la questione del contenzioso con i proprietari del fondo, i quattro fratelli Dello Iacono, che da anni stanno ancora portando avanti la loro battaglia, la funzionaria della Soprintendenza precisa: «Il decreto di esproprio è in corso. E’ stato fatto l’avvio del procedimento da parte del Ministero, quindi la procedura è iniziata. Il decreto di pubblica utilità stava per essere firmato. Tutto l’iter è già iniziato». Molto presto comincerà anche il trasferimento dei reperti dell'area archeologica nei locali della scuola di via Manfredi: «Raccoglieremo tutto ad Atripalda – dichiara la funzionaria - sia quello che sta ancora ad Avellino e sia quello che si trova sulla Civita. La Dogana Dei Grani servirà per aumenterà l’esposizione, mentre gli altri reperti verranno raccolti nei magazzini messi a disposizione dal comune di Atripalda».

La testimonianza video del degrado

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Commenti  

 
#1 cappuccetto rosso 2013-02-13 18:54
Se ai danni prodotti dalla burocrazia aggiugiamo quelli delle scelte sbagliate della sovintendenza arriviamo a cifre incommensurabil i. Prendiamo la copertura per esempio. Ho visitato siti archeologici dalla Sicilia ad Aosta mai visto uno scempio simile. Non si sono considerate le condizioni ambientali, non i fattori meteorologici, non la completa fruizione da parte degli osservatori, se non attraversando lo scavo. I danni sono stati già provocati, a prescindere dall'odissea in corso. Basta guardare gli intonaci e quei minimi resti di affreschi completamente sgretolati e consumati dal gelo. A Piazza Armerina per esempio, che sicuramente non gela come ad atripalda, la cosiddetta Villa del casale, periodo tardo romano è completamente chiusa in una struttura trasparente per prevenire l'azione degli agenti atmosferici ed è visitabile tutta senza venire a contatto con i reperti. Mettiamo le persone competenti ai posti giusti.