I resti di una bambina nata morta nel ’79 e sepolta nel cimitero non sono stati mai trovati: a distanza di cinque anni dalla scoperta la madre sarà indennizzata
Il Comune di Atripalda è stato condannato al pagamento di 21.600 euro (oltre Iva, Cassa e interessi) più le spese dell’Atp (accertamento tecnico preventivo) per aver smarrito i resti della piccola Anna, una bimba nata morta il 29 giugno 1979 e sepolta all’epoca nella cappella comunale del cimitero. Il tribunale di Avellino, infatti, ha accolto il ricorso presentato nel 2009 dalla madre, C.P., rappresentata dal legale Valerio Preziosi, inteso ad ottenere il risarcimento del danno perché, nel 2008, volendo trasferire i resti di sua figlia nel cimitero di Alba (Cn) dove attualmente risiede, ha scoperto che la tomba era sparita per far spazio alla costruzione della cappella de “L’Indipendente”. Il giudice monocratico Maria Cristina Rizzi ha quantificato in 15.000 euro il danno non patrimoniale, in 3.300 euro il rimborso delle spese di trasferimento della salma comunque sostenute, in 3.300 euro le spese di lite oltre ai costi accessori e dell’Accertamento tecnico preventivo effettuato sui resti che il Comune indicò successivamente come appartenenti alla piccola defunta. La perizia autorizzata dal Tribunale, infatti, accertò che le spoglie contenute nella cassettina di zinco consegnata alla signora contenevano ossa non compatibili con quelle della neonata (tra cui due tibie entrambe destre a di lunghezze differenti) e, comunque, appartenenti a più individui.
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