Il passaggio di consegne è avvenuto anche se i Dello Iacono sono pronti a dare battaglia sull’importo dell’indennizzo ricevuto a fronte dell’esproprio
Lunedì scorso, alle 11, presso i prefabbricati adibiti a uffici della Domus di Abellinum, si è consumato l’atto formale di immissione in possesso con il quale l’area degli scavi archeologici di epoca romana è tornato nelle competenze della Soprintendenza e del comune di Atripalda. Già dichiarata “di pubblica utilità” lo scorso 28 novembre, Abellinum è stata nuovamente espropriata alla famiglia Dello Iacono a fronte di un indennizzo provvisorio di 75mila euro. Presenti all’incontro i referenti della Soprintendenza Fariello e Capuano, un legale della società “Espropri Italia” che, ingaggiata proprio dalla Soprintendenza, si è occupata della questione e il legale rappresentante dei fratelli Antonio e Salvatore Dello Iacono, affiliato all’importante studio legale partenopeo Abbamonte. Gli eredi del terzo fratello Giovanni, recentemente scomparso e il quarto fratello Mario, invece, non hanno né partecipato all’incontro né hanno inviato propri rappresentanti. Assente ingiustificato il Comune di Atripalda che pure era stato invitato all’incontro. A distanza di esattamente due anni, dunque, potrebbe essersi definitivamente chiusa la querelle sull’esproprio del terreno dove è stata ritrovata la domus di epoca romana, anche se il condizionale è d’obbligo poiché l’avvocato dei Dello Iacono ha fatto presente che i suoi clienti non sono affatto soddisfatti dell’indennizzo, ancorché provvisorio, che hanno ricevuto. Secondo l’avvocato, infatti, non sarebbe stato applicato il concetto del “premio per i ritrovamenti” secondo il quale l’indennizzo che precede una procedura di esproprio deve tener presente sia del valore intrinseco del terreno, sia dei beni archeologici che sono venuti alla luce. Di fatto, dunque, la famiglia Dello Iacono, pur non avendo intenzione di aprire un nuovo capitolo relativo al possesso dell’area, sono pronti a darsi battaglia sulle questioni prettamente economiche. Nel caso cui, non dovessero essere accontentati, potrebbero riservarsi di impugnare il decreto di esproprio, riaprendo clamorosamente la contesa.
Commenti
Magari i tempi dell'atripalda in 4° serie quando c'era la contrapposizion e con la squadra del capoluogo. Ma qui non si tratta di fare il tifo per l'una o l'altra fazione, qui si fa il tifo per la storia, si fa il tifo per reperti ormai rovinati e non più recuperabili. Qual'è la soddisfazione? che Civita anzichè rovinarla i Dello Iacono l'ha rovinata la burocrazia o l'incapacità della Sovrintendenza? Io non godo a leggere questa notizia, sono solo dispiaciuto nel vedere, in Italia, tesori inestimabili affidati alla incapacità di tanti burocrati.
In Italia, solo con i tesori d'arte come Pompei, Caserta, Roma, Firenze si sarebbe potuto recuperare quel tanto per le manovre economiche annuali e invece abbiamo affidato tutto a gente incapace e incompetente.