Il direttore dei lavori di restauro descrive l'opera e l'intervento. Domenica mattina l'inaugurazione
Il Monumento fu realizzato dallo scultore napoletano Raffaele Marino di Paolo che vinse il concorso per la realizzazione dell’opera e che nel dare forma e corpo alle figure rispettò le indicazioni del Comitato organizzatore di Atripalda riportate integralmente nel contratto che prevedevano su di un basamento in pietra: un gruppo scultoreo in bronzo con due soldati, l’uno ferito che stringe al petto la bandiera italiana e l’altro che nell’atto di sostenere a sé il compagno impugna con la mano destra la pistola nell’atto di sparare al nemico. Questa imponente figura centrale, dalle fattezze michelangiolesche che sovrasta il basamento e che nonostante la sua struttura sembra librarsi nell’aria, è alta tre metri ed è affiancata nell’ordine inferiore da due sculture in bronzo raffiguranti una l’allegoria dell’Italia rappresentata da una figura muliebre vestita da una tunica che lascia intravedere la spalla e parte del seno sinistro in posizione ieratica nell’atto di avvolgere con le mani l’elsa della spada a riposo, il capo coperto dall’elmo e sull’elmo la lupa capitolina; sul lato opposto il Forte Irpino o Vir Hirpinus, come preferisco chiamarlo, rappresentato come un uomo muscoloso, altero, virile, con sul fondo il frutto della terra: le spighe di grano, la mano destra nell’atto di regge la falce poggiata sulla coscia destra, il badile retto con la mano sinistra e sul capo un fazzoletto per proteggersi dai raggi del sole cocente nelle ore più calde del giorno. Sul prospetto principale in caratteri capitali in bronzo dorato l’iscrizione: ALTISSIMO PREMIO: LA PATRIA BENEDICENTE/PRIMI NELL’ESALTAZIONE/GENEROSI NELL’OFFERTA/I FRATELLI D’OLTREOCEANO/1915-1918 che acquista una forte valenza simbolica perché ricorda il contributo economico degli emigranti atripaldesi nella realizzazione del Monumento.
Il monumento inaugurato il 13 giugno 1927 ad un esame autoptico si presentava fortemente degradato; un degrado tipico dei manufatti in bronzo esposti a cielo aperto e con in più i danni provocati dai difetti di fusione come i vuoti lasciati dalle bolle d’aria o le giunture imperfette delle varie porzioni di fusione legate tra loro con saldature a ferro; il processo di corrosione del bronzo dovuto all’azione degli agenti atmosferici ed all’inquinamento evidenziato dall’affiorare dei cloruri del rame, le colature di colore, quel fenomeno chiamato “pyting”, meglio conosciuto come il “cancro del bronzo” per fortuna solo in alcuni punti della sommità della scultura, imponevano un indifferibile restauro.
Il restauro è il risultato della sinergia tra le Soprintendenze Bsae e Bap di Salerno e Avellino ed il Comune di Atripalda guidato dall’avv. Paolo Spagnuolo. Dopo la stipula della Convenzione regolante i rapporti tra il Comune di Atripalda, rappresentato all’epoca dal dott. Aldo Laurenzano e le due Soprintendenze, si è proceduto alla realizzazione del progetto di restauro redatto dal dott. Giuseppe Muollo e dal geometra Lucio Raffaele Marseglia che hanno anche diretto i lavori di restauro. L’Ufficio tecnico del Comune di Atripalda diretto dall’ing. Silvestro Aquino ha curato la parte amministrativa e dei pagamenti con l’arch. Giuseppe Cocchi che ha svolto il ruolo di RUP con grande professionalità e competenza. Responsabile della Sicurezza in fase di progettazione e di esecuzione dei lavori è stato l’arch. Sandro de Rosa della Soprintendenza Bap. L’opera di restyling è stata eseguita dalla Ditta ACF Restauri di Fabio Talpa con la direzione tecnica di Cinzia Autieri. Le spese di restauro sono state sostenute dallo Sponsor privato Sidigas SPA. Alla Cerimonia presenzieranno il sindaco della città Avv. Paolo Spagnuolo, l’assessore ai Lavori Pubblici ing. Giuseppe Spagnuolo, il delegato alla Cultura rag. Raffaele Barbarisi, il Rup arch. Giuseppe Cocchi, Il Soprintendente per i Bap, ing. Gennaro Miccio, il dottor Carlo Guardascione in rappresentanza della Soprintendenza Bsae, il dott. Giuseppe Muollo e il geometra Lucio Raffaele Marseglia.
Dott. Giuseppe Muollo
Direttore dei Lavori di Restauro
Soprintendenza Bsae di Salerno e Avellino
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