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Il mercatino del contadino non riesce a decollare

La domenica mattina una parte della Piazza è impegnata per pochi gazebo: ecco quanto rendono al Comune

Domenica scorsa i gazebo erano otto

Pur con alterne presenze, continua l’esperimento del mercatino dei prodotti tipici che si sta tenendo in Piazza dallo scorso 2 giugno. Ogni domenica, una serie di commercianti ortofrutticoli e caseari si reca presso i gazebo posizionati davanti ai portici di palazzo Lazzerini ed offre i propri prodotti agli avventori attraverso quella filiera corta che consente un abbattimento dei prezzi. Da qualche domenica, però, i venti gazebo previsti vengono occupati solo per metà dai commercianti e i frequentatori della Piazza hanno incominciato a chiedersi quanto il Comune ci guadagni dall’affitto del suolo pubblico che, per evitare problemi di sicurezza viene delimitato e chiuso al traffico. Una domanda che abbiamo rivolto al responsabile dell’Ufficio Entrate del Comune Enrico Reppucci che, tra gli altri compiti, si occupa della riscossione della Tosap. Piuttosto adirato nei confronti del nostro settimanale a causa di un articolo pubblicato alcune settimane fa che sottolineava delle inesattezze nelle cartelle esattoriali inviate agli atripaldesi, il funzionario ha preferito non risponderci direttamente, scegliendo di inviarci copia del regolamento comunale per l’applicazione della tassa sull’occupazione del suolo pubblico. E noi, quindi, non abbiamo potuto fare altro che spulciare il documento e arrivare da soli alla tariffa che l’AssoApi, sigla sindacale che ha organizzato il mercatino, dovrebbe versare settimanalmente nelle casse del Comune. Il mercatino utilizza 20 gazebo che misurano 9 mq l’uno, per un totale di 180 mq. Per ogni mq Atripalda applica una tariffa di 0,77 e, quindi, il costo totale sarebbe di 138,6 euro settimanali. Il regolamento, però, contiene anche un elenco di eccezioni per le quali viene applicata una maggiorazione. Per quanto riguarda feste o fiere deve essere aggiunto un 30%, per un totale, quindi, di 180,18 euro settimanali. Da tener conto, comunque, che da alcune settimane, i gazebo realmente occupati sono circa 10 e, quindi, la cifra, almeno per quanto riguarda il mese di luglio, dovrebbe essere dimezzata. Ecco perché, l’AssoApi, come confermatoci da Reppucci, paga un forfettario mensile di cui, però, non conosciamo l’importo. Sembra, inoltre, che la sigla sindacale riceva da ogni commerciante 35 euro giornalieri per l’affitto dei gazebo. Il progressivo ridimensionamento della fiera dei prodotti tipici imporrebbe, però, anche una riduzione della zona chiusa al traffico, visto che, puntualmente ogni domenica, un lato della piazza pullula di persone e uno risulta semivuoto, evidenza che balza agli occhi di chiunque, ma non evidentemente, dei governanti.

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Commenti  

 
#5 lingua biforcuta 2013-07-29 10:59
Il mercatino non può decollare perché questi ( chiamiamoli )amministratori non sono all'altezza della situazione, vero assessore a commercio?
I problemi di Atripalda, per voi, sono ben altro.
 
 
#4 lino 2013-07-27 10:30
Mai che questa amministrazione facesse qualcosa di buono.
 
 
#3 ludovico 2013-07-25 19:07
metteteli sulla piazza centrale e non sotto il sole.
 
 
#2 bellomo 2013-07-25 19:05
invitate anche i contadini di Atripalda che sono tanti, anche se non più iscritti ai coltivatori diretti.
 
 
#1 Il censore 2013-07-25 18:03
Che cosa significa un forfettario mensile se vi sono delle precise tariffe da rispettare? La richiesta presentata da AssoApi è per l’occupazione di suolo pubblico relativo a 20 gazebo e su tale richiesta è stata dimensionata l’area interessata. Il Comune ricaverebbe 180 €, nove euro a gazebo, a fronte dell’utilizzo di mezza piazza con tutti i disagi che comporta. Contestualmente si legge che la sigla di categoria percepirebbe 35€ a gazebo, che qualora si presentassero tutti sommerebbero la bella cifra di 700€. Da una parte il disagio patito dalla collettività dall’altro il guadagno di un’associazione di categoria presieduta da un personaggio che ad Atripalda è noto soltanto per la sua frequentazione dell’hotel-rist orante Malaga. L’Amministrazio ne invece di farsi garante di facili guadagni e sperperare soldi pubblici perché non si attiva per rilanciare, nei limiti del possibile, il mercatino mattutino di prodotti locali che una volta si teneva a p.zza Di Donato? Dopotutto i prodotti in vendita la domenica si possono trovare, in maggior parte, tutti i giorni in normali negozi e certamente non danno garanzia di una filiera corta. Da come è stata accolta l’iniziativa sembra che gli atripaldesi l’abbiano capito.