Il parroco della chiesa Madre fa i conti con la crisi e teme che i festeggiamenti per il Patrono possano scomparire
«La festa di San Sabino sta morendo perché non ci sono più gli atripaldesi di una volta, anzi, non ci sono proprio più gli atripaldesi». Così il parroco della chiesa Madre di Sant’Ippolisto don Enzo De Stefano che si è sfogato sul quotidiano Ottopagine in occasione dell’avvicinarsi della festa del Santo Patrono di Atripalda. «Molte persone si sono trasferite ad Atripalda per lavoro ed hanno portato con sé le proprie tradizioni». Una questione di numeri, dunque? Secondo don Enzo non solo in quanto crede che la diminuzione progressiva delle offerte elargite al comitato festa derivi sia da una scristianizzazione delle masse sia da un menefreghismo dilagante: «Le nuove generazioni vedono sempre con occhio critico e con distacco le festività religiose e, pian piano, anche i più adulti stanno facendo la stessa fine». La festa di San Sabino, dunque, starebbe subendo lo stesso declino patito da altre tradizioni religiose di cui purtroppo si sono perse le tracce da tempo. «E’ indubbio che San Sabino non sia più sentito come trent’anni fa – conclude don Enzo – e questo mi dispiace molto ma la realtà dei fatti è questa». Dati alla mano, in effetti la disamina del parroco sarebbe inattaccabile, se non fosse che altre feste liturgiche, come il Corpus Domini o i festeggiamenti per la Madonna del Carmine hanno attirato letteralmente un fiume di fedeli che hanno omaggiato le ricorrenze. Questo dato dimostra, dunque, che la fede ad Atripalda non è morta come, probabilmente, neanche la devozione per il Santo Patrono. A questo punto c’è da chiedersi se questa mancanza di offerte non possa derivare dalla recessione economica in atto o dalla poca fiducia che il comitato può ispirare a qualcuno o da un mix di questi fattori. Un problema che dovrà essere affrontato al più presto, in modo tale da evitare che una delle più antiche tradizioni atripaldesi sparisca.
Commenti
il simulacro di S. Sabino con accompagnamento di banda, autorità, ecc. ecc. poi l'ascolto del solito concerto o concertino, io ritengo opportuno distinguere l'ambito religioso, MESSA, e in quell'ambito divulgazione del pensiero e delle opere di S. Sabino, ma che ci azzecca con S. Sabino l'ambito laico di quattro scalmanati che si esibiscono su un palco, se c'è bisogno di momenti di aggregazione sociale e di divertimento in piazza non c'è mica bisogno di scomodare S. Sabino. Per quanto poco conti la mia opinione io le feste "panem e circens" le abolirei tutte, ma celebrandole in Chiesa esternando dopo il Vangelo il pensiero e le opere dei vari Santi, in quanto alle offerte le suggerirei di sollecitarle per opere di carità, aiuto alle famiglie bisognose, iniziative per i giovani senza lavoro. Con affetto fraterno Mario
Non va bene .....non va bene don Enzo.Per questo la gente si e' allontanata da Atripalda .
E poi, chi sono queste persone che vogliono educare i nostri figli?Hanno una qualifica,sono veramente persone Sante come vogliono far credere?da quale cultura e famiglia provengono?Te lo sei mai chiesto don Enzo perche' le persone sono stanche e se ne vanno altrove cercando quella pace, quella liberta' di amare Dio e le cose belle che lui ci ha donato,e non FANNO PIU' UNA PASSEGGIATA IN PIAZZA PERCHE' LE PANCHINE HANNO LE POSTAZIONI FISSE DI GENTE SEMPRE UGUALE.LA STESSA GENTE CHE IN CHIESA SI SIEDE AI PRIMI BANCHI E PARLA, PARLA, E SPARLA .(anche se in chiesa arrivi di 10 minuti in ritardo).
Basta Don Enzo io da qui me ne voglio andare!!!!!!!!!!!!!!!!!
Non voglio che le mie figlie crescano in questa comunita' di falsita'